Come sarà l'anno per gli investimenti?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 12/01/2024 07:56

La visione di mercato è condizionata dalla posizione assunta negli ultimi dodici mesi: è fisiologico. Oggettiva invece è la notevole performance degli ultimi 50 giorni: con lo S&P500 che ha staccato un guadagno superiore al 14%. Non lo si vedeva da tre anni.

Analisti ed investitori si interrogano sulla natura della congestione in essere da ormai un mese sui listini azionari. Le opinioni come sempre risultano inconciliabilmente opposte: «è distribuzione»; «no, è accumulazione». Naturale che chi non abbia partecipato al sensazionale rialzo del 2023, tenda a sovradimensionare le potenziali minacce, scorgendo in ogni pausa del processo di crescita le insidie malcelate di un imminente crollo. Laddove al contrario chi sia entrato tempestivamente godi una posizione di assoluto vantaggio per giudicare la situazione con obiettivo distacco.
Oggettivamente il mercato ha avuto tante possibilità per assecondare una volta tanto i desideri dei ribassisti. Ma i venditori non hanno mai portato a casa il punto: che si sia trattato di Sell Sequential setup, di sollecitazione di resistenze, di considerazioni cicliche o stagionali; il mercato è sempre lì; dimostrando una oggettiva capacità di assorbire i fisiologici realizzi, senza (con)cedere nulla ai ribassisti. Questo è pacifico, benché soggettivo.

Di oggettivo abbiamo invece uno S&P500 che negli ultimi cinquanta giorni è riuscito a portare a casa una performance superiore al 14%. Non è poco. Un sintomo evidente di ipercomprato? può darsi, ma questo non vuol dire affatto che sia imminente un temibile rovescio. Anzi: se prendessimo in considerazione tutti gli episodi analoghi precedenti – l’ultimo risalendo a giusto tre anni fa – ci accorgeremmo di come come a distanza di tempo funzioni Wall Street. Un percorso ricorrente che, possiamo starne certi, ancora una volta sorprenderà i meno dotati. 

Questo porta ad una conclusione ovvia. La sovraesposizione in azioni, da tempo felicemente raccomandata dal nostro modello di asset allocation, non è destinata ad essere accantonata in tempi brevi. Il mercato obbligazionario ha avuto le sue carte da giocare, ma il confronto fra le due principali asset class è ancora favorevole all’Equity.
Lo si scorge chiaramente dallo Stock/Bond ratio, in modalità rialzista senza soluzione di continuità dalla primavera di quattro anni fa. Tutti i declini essendo stati ben contenuti dall’argine dinamico. Incluso quello più recente, che nemmeno è riuscito a sollecitare il supporto. Va bene apprezzare gli accresciuti rendimenti nominali dei bond, ma il confronto al momento proprio non si pone.
Che la questione cambi nel corso del 2024, è plausibile. Ma questo è argomento di lungo periodo, discusso nel 2024 Yearly Outlook: che sarà distribuito agli investitori ormai fra pochi giorni. Rimanete sintonizzati.

di Gaetano Evangelista  - www.ageitalia.net

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