Annullato il Trump trade atlantico. Investitori USA nervosi ..

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 03/03/2025 16:16

L’aggiornamento del GDP Now per il Q1 sicuramente contiene una aberrazione che rientrerà con le successive rilevazioni, ma induce a riflessione. Di converso, in Europa le società quotate continuano a battere le attese di profitto degli analisti.

Il balzo nel finale di seduta consente venerdì allo S&P500 di terminare la sessione migliore da maggio di due anni fa. Impressionante l’ampiezza di mercato, con ben 379 azioni nel paniere che hanno chiuso in rialzo.
Ciò però non ha precluso all’indice il conseguimento di un saldo negativo per la quarta volta nelle ultime cinque settimane: un setup sperimentato già ad inizio anno e prima ad agosto dello scorso anno.
Nulla di trascendentale, a differenza della curiosa alternanza di saldi che i mesi recenti ci hanno consegnato: Wall Street è stata positiva a settembre, negativa ad ottobre, poi positiva a novembre, di nuovo negativa a dicembre, positiva a gennaio ed infine negativa il mese appena terminato. Dobbiamo forse aspettarci un mese di marzo positivo? ne dubitiamo, ma il 2025 ancora una volta si conferma anno dal comportamento ben difforme dal biennio che abbiamo immediatamente rimpianto.

L’aspetto più rilevante riguarda la persistente sottoperformance messa in campo dalle borse americane, che conseguono un risultato più gramo del resto del mondo, adottando il 5 novembre, giorno di elezioni presidenziali, come punto di partenza. Gli investitori manifestano un evidente stato di nervosismo, con il Fear&Greed precipitato in pessimismo estremo.
Non hanno tutti i torti. Per tutta la passata settimana i titoli sui minimi annuali sul NYSE hanno sopravanzato numericamente i titoli sui massimi, nonostante un indice generale prossimo ai massimi assoluti. In gergo tecnico, si parla di Titanic Syndrome, qualificata proprio da questa reiterazione del segnale. Ciò porta a ritenere fondata la possibilità che il mese appena iniziato possa produrre negli Stati Uniti ulteriori aggiustamenti: relativi, ma anche assoluti.

Il nostro target per la borsa americana da conseguirsi per metà anno, persino più cauto rispetto alla proiezione media degli analisti raccolta da Bloomberg a fine 2024, si rivela non così contenuto. L’economia americana era attesa ad una performance ben più generosa, che avrebbe supportato una crescita dei profitti aziendali che a sua volta avrebbe favorito la continuazione del bull market. Sotto questa prospettiva l’aggiornamento del GDP Now per il Q1 sicuramente contiene una aberrazione che rientrerà con le successive rilevazioni, ma induce a riflessione.
Di converso, in Europa le società quotate continuano a battere le attese di profitto degli analisti, ed a premiare gli investitori che in essa all’inizio del 2025 hanno creduto: appena l’8% del totale, stando a quanto rilevato da Goldman Sachs a suo tempo; con una proporzione record del 58% di investitori che al contrario puntava sugli Stati Uniti come top performer.

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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