Da settembre in poi la partecipazione al bull market si è fatta corale: il rialzo non è stato più una questione di un plotone di società ad elevata capitalizzazione. Il nuovo massimo storico del Dow Jones rientra nell'ambito della rotazione dal temi Growth vincenti l'anno scorso.
Quando i giovani non ce la fanno, devono essere gli anziani ad assumere la leadership. Negli Stati Uniti mentre il Nasdaq è vittima dei realizzi che coinvolgono da tempo il settore Growth, reduce altrimenti da una annata strepitosa in cui ha offerto una brillante soluzione ad investitori a caccia di crescita reale; il Dow Jones sale ad un nuovo massimo storico. Un comportamento speculare rispetto a quanto sperimentato a marzo 2000: quando al contrario era Times Square a salire a nuovi vertici assoluti, mentre il Dow Jones risultava in calo già da tre mesi.
Una performance peraltro non isolata. Lo Stoxx600 compie un ulteriore passettino verso i massimi assoluti di febbraio 2020 e anche il MSCI Euro, che non considera fra gli altri i listini di Regno Unito, Svezia e Svizzera; è ad un passo dai livelli più elevati degli ultimi tredici anni. In un anno, l’indice delle borse dell’Eurozona ha portato a casa un guadagno del 65%, senza considerare i dividendi. Molto meglio di Wall Street.
L’aspetto confortante riguarda ancora una volta l’ampiezza di mercato: vale a dire, la partecipazione pressoché corale al rialzo fotografato dagli indici. Un tema emerso con prepotenza all’inizio di novembre, e che spiega perché da allora in avanti abbiamo mantenuto una costante sovraesposizione in azioni. Ieri, per rimanere negli Stati Uniti, performance luccicanti sono state conseguite dalle small cap rappresentate dal Russell 2000. Si rileva un nuovo massimo storico nel turnover relativo alle penny stock: il precedente record risalendo alla primavera del 2006. Wall Street sarebbe salita per un altro anno e mezzo, prima di svoltare verso il basso.
Da settembre in avanti insomma è salire è stata l’azione media, e non già i tanti vituperati colossi della Silicon Valley. Lo S&P Equally Weighted ieri ha raggiunto un nuovo massimo storico in termini di chiusura. La circostanza solleva soprattutto perché chiarisce la natura non elitaria del rialzo. In effetti il rapporto fra “EW” e “SPX” punta verso l’alto senza soluzione di continuità, sin da settembre: a testimonianza del fatto che a salire sono tutte le azioni, non per dire le società del FANG. Al di là di possibili consolidamenti di breve periodo, resta spianata la strada che ci condurrà agli obiettivi di prezzo e di tempo delineati nello spettacolare Outlook di inizio anno.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net
Le informazioni contenute in questo sito non costituiscono consigli né offerte di servizi di investimento.
Leggi il Disclaimer »