S&P500: nessun progresso in quasi venti mesi!

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 09/09/2019 17:48

Distribuzione o ri-accumulazione? nel frattempo la congiuntura fa registrare sorprese rispetto alle aspettative degli economisti. Sullo sfondo, le schiarite nella guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti e i nuovi stimoli di Pechino.

I mercati finanziari sono raggiunti la scorsa ottava da una ventata di sano ottimismo: la possibilità che i vertici di Washington e Pechino si siedano attorno ad un tavolo per sistemare le loro beghe, il nuovo taglio del tasso di riserva obbligatoria in Cina e una batteria di dati migliori delle aspettative; contribuiscono a risollevare il mercato azionario, a sospingere verso l’alto i rendimenti obbligazionari, ridimensionando le performance degli asset (oro e dollaro in primis) che nelle passate settimane hanno agito da bacino di raccolta del malcontento degli investitori.

Confermato il ritorno in territorio positivo da parte dell’indice “CESI” delle sorprese macro negli Stati Uniti, dopo un purgatorio durato quasi trenta settimane. La passata ottava abbiamo esaminato in questa sede il comportamento di Wall Street in circostanze analoghe: il dato si inserisce bene nello schema previsionale delineato dai nostri modelli per i mesi a venire. Conforta, sotto questa prospettiva, la rimozione degli elementi di disturbo affiorati fra la fine di luglio e l’inizio di agosto: giovedì e venerdì nessuna, delle cinquecento società dello S&P, ha fatto registrare un minimo a 52 settimane. La contestuale registrazione di nuovi massimi e nuovi minimi in estate essendo invece risultata concausa del consolidamento di agosto.

Si riparte ad ogni modo con un indice che, nella versione equiponderata – insensibile al peso ingombrante dei colossi della Silicon Valley – si ritrova sui medesimi livelli di gennaio 2018: quasi venti mesi di performance zero. La domanda che tutti gli investitori si pongono, è se questa stagnazione sia una distribuzione o all’opposto una nuova dose di ri-accumulazione. Le proiezioni dei modelli previsionali e la stagionalità (esaminata nel Rapporto Giornaliero di oggi) non lasciano spazio a moltissimi dubbi.


Gaetano Evangelista
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