A partire da quest’anno, anche per le operazioni verso l’estero è obbligatorio emettere le fatture in formato elettronico. Nell’ambito della grande riforma fiscale, è bene prestare attenzione anche alle nuove regole di fatturazione per le operazioni verso l’estero.
L’impatto che la fattura elettronica ha avuto nel nostro Paese è stato molto grande; l’obbligo è stato esteso gradualmente a sempre più categorie di contribuenti. Il passaggio dalla fattura cartacea a quella digitale ha destato, inizialmente, non poche difficoltà.
Comunque, dal 2022 diventa obbligatorio emettere la fattura elettronica anche per le operazioni compiute verso Paesi esteri. Proprio per questo, è bene non farsi trovare impreparati.
Come si emette la fattura elettronica verso l’estero? Quali operazioni si devono fare?
Delineiamo una breve guida sulla fatturazione elettronica verso l’estero, tracciando le regole che è necessario sapere e spiegando tutti i passaggi che servono per emettere la fattura.
Fattura elettronica obbligatoria verso l’estero: da quando?
Dopo molti anni dalla sua entrata in scena nella vita di una vasta platea di lavoratori, la fattura elettronica si sta estendendo sempre di più. Da luglio 2022, infatti, saranno soggetti all’obbligo anche i contribuenti che hanno aderito al regime forfetario, i pochi rimasti in regime di vantaggio e le associazioni sportive dilettantistiche.
Si tratta, in tutti e tre i casi, di soggetti per i quali vigeva l’esonero dall’obbligo di emettere le fatture in formato elettronico. Obbligo che non era in vigore neppure nei rapporti commerciali verso attività, imprese, aziende e clienti esteri. Esonero dall’obbligo che ci sarà ancora per poco.
Il fatidico 1° luglio del 2022, infatti, con l’abolizione dell’esterometro, di conseguenza, per le operazioni effettuate verso clienti esteri sarà obbligatorio emettere la fattura elettronica.
L’esterometro doveva essere abolito già dal 1° gennaio del 2022, data che è stata rimandata al prossimo luglio, così come si legge sul sito fattureincloud.it:
“[…] è stato stabilito in sede di conversione in legge del decreto fisco-lavoro n. 146/2021, posticipando le previsioni della Legge di Bilancio, che fissava l’abolizione il 1 gennaio 2022”.
Ma perché si devono emettere anche le fatture elettroniche verso l’estero? Molto probabilmente, la ragione si riferisce al controllo e alla tracciabilità delle operazioni, attraverso il Sistema di Interscambio.
Fattura elettronica verso l’estero: quali sono le regole attuali?
Prima di passare a vedere come si deve emettere la fattura elettronica verso clienti esteri, ricordiamo quali sono le regole attualmente in vigore.
Attualmente, i fornitori o prestatori di servizi verso aziende, imprese o clienti esteri possono decidere di emette le fatture ordinarie, ovvero quelle cartacee. In questo caso, tutte le operazioni eseguite e, quindi, le transazioni economiche effettuate, devono essere comunicate all’Agenzia delle entrate tramite l’esterometro.
Pertanto, possiamo affermare che l’esterometro non è altro che un sostituto della fattura in formato elettronico verso l’estero.
In alternativa, possono decidere di emettere le fatture elettroniche, così come i soggetti già obbligati sono tenuti a fare verso le aziende o le Partite Iva residenti in Italia.
Dal 1° luglio 2022, la prima modalità cesserà di esistere e per tutte le operazioni effettuate verso l’estero diventerà obbligatorio utilizzare, unicamente, la fattura in formato elettronico.
Fattura elettronica verso l’estero: come si predispone?
L’obbligo di emissione della fattura elettronica per operazioni effettuate verso clienti esteri non è ancora entrato in vigore; tuttavia, è prossimo da qui a pochi mesi. Pertanto, è bene non farsi trovare impreparati e vedere come si devono emettere le fatture in formato elettronico verso l’estero.
Ci sono alcuni dati che devono essere obbligatoriamente inseriti in qualsiasi circostanza, sia che si tratti di una fattura emessa verso un privato sia di una fattura verso un’impresa.
Uno di questi campi obbligatori è il “Codice Destinatario”. Cos’è? Si tratta di un codice formato da sette caratteri che deve essere inserito sia per i clienti di Paesi appartenenti all’Unione Europea che di clienti extra Unione Europea.
Si deve compilare anche il campo “IdPaese” dove si deve inserire la sigla del paese estero del cessionario. Come si legge sempre sul sito fattureincloud.it:
“La sigla deve essere di due caratteri ed espressa secondo lo standard ISO 3166-1 alpha-2 code”.
Non bisogna, poi, dimenticare di inserire il Cap del luogo dove risiede il cliente.
Cos’altro si deve inserire? Nella sezione “IdFiscaleIVA”, ci sono due campi da compilare “IdCodice” e “CodiceFiscale”. Cos’è il primo campo? L’IdCodice non è altro che un codice alfanumerico della controparte.
Infine, ci sono alcuni codici di Natura Iva che si riferiscono unicamente alle fatture che vengono emesse verso clienti esteri che, a seconda dei casi, si deve inserire un codice specifico.
Come si inviano le fatture elettroniche verso l’estero?
Una volta che il documento è stato compilato in tutte le sue parti ed è stato debitamente controllato affinché non ci siano errori, è bene capire come effettuare l’invio.
Per inviare la fattura, di deve seguire lo stesso procedimento che si utilizza per inviare le fatture verso clienti residenti in Italia. Pertanto, il documento deve essere trasmesso al Sistema di Interscambio (Sdi).
Ricordiamo quali sono i compiti del Sistema Sdi. Una volta ricevuta la fattura, il Sistema di Interscambio provvede a verificare la correttezza e la veridicità dei dati inseriti; insomma, effettua tutti i controlli formali e invia l’esito positivo o negativo al mittente.
Tuttavia, c’è un altro passaggio che si deve eseguire, in quanto il cliente o l’azienda non è residente in Italia e, quindi, non riceverà la copia della fattura in formato XML. Dopo l’invio del documento al Sistema Sdi, il mittente deve fornire al cliente una copia cartacea oppure digitale della fattura elettronica (come un file in formato Pdf).
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