Se pensate che solo i grandi investitori, come i gestori di fondi comuni o previdenziali, possano votare nelle assemblee societarie vi sbagliate. Acquistare le azioni equivale a partecipare direttamente alle attività di impresa e ad esserne esposti ai rischi.
Esercitare i diritti sociali, in particolare quello di partecipazione alle assemblee, rappresenta il modo migliore per monitorare il proprio investimento ed eventualmente adottare iniziative opportune per tutelarne la redditività nel caso la gestione messa in atto dagli amministratori non sia svolta nel rispetto della legge o dell'interesse sociale.
L’avviso di convocazione, per legge, deve essere pubblicato almeno trenta giorni prima e contiene tutte le informazioni utili per intervenire, incluse le procedure di voto a distanza o in presenza.
Tra le decisioni che deve prendere un’assemblea ci sono la nomina degli organi sociali, l’approvazione del bilancio ed eventualmente della distribuzione degli utili, le modifiche allo statuto e altre operazioni straordinarie.
Gli azionisti, inclusi quelli di minoranza, possono porre domande o chiedere l’integrazione dell’ordine del giorno. Il voto può avvenire anche per delega, dando istruzioni a un soggetto terzo.
Cosa è cambiato con la direttiva sui diritti degli azionisti
“Partecipare alle assemblee è possibile da sempre”, dice Vincenzo Tedeschi, amministratore delegato di Direct sim.
Ma qualcosa è cambiato nell’ultimo anno e mezzo. “Le piattaforme di trading non hanno curato molto questo aspetto fino all’anno scorso, quando è entrata in vigore la normativa europea Shareholder directive II (SRD II), che si prefigge di rafforzare la posizione degli azionisti e incoraggiarne l’impegno nella vita delle società quotate.
Oggi il cliente ha la possibilità di fare domande al management aziendale, chiedere il biglietto assembleare e partecipare al voto telematico nelle aziende che prevedono questa modalità”.
La direttiva (Directive (EU) 2017/828) si pone tra i suoi obiettivi quello di garantire che tutti gli azionisti, inclusi i piccoli investitori, siano coinvolti nel governo societario.
Perché ciò avvenga gli intermediari sono tenuti ad agevolare l’esercizio dei diritti di questi ultimi. L’accoglienza di questa possibilità, tuttavia, è stata tiepida. “Non è una funzionalità molto richiesta”, ammette Tedeschi.
Poca partecipazione dei piccoli investitori
È un’occasione persa per gli investitori? La partecipazione alle attività assembleari permette di esprimersi su questioni importanti come le nomine e la remunerazione degli amministratori, le operazioni di fusione e scissione, ma anche su quelle legate all’impegno dell’azienda per ridurre le emissioni inquinanti o alle politiche di sicurezza sul lavoro e alle pratiche di governo societario.
Su queste tematiche, soprattutto sull’ambiente, c’è un interesse crescente della popolazione, in particolare i giovani, che si traduce in scelte di consumo sostenibili e nella volontà di produrre con le proprie azioni cambiamenti positivi. Ma la possibilità di impattare sulle scelte aziendali è un terreno ancora poco esplorato, non solo in Italia.
Negli Stati Uniti, dove gli investitori privati detengono quasi il 40% del mercato azionario, più di ogni altra tipologia di azionisti, secondo uno studio dell’università di Harvard, gli individui votano su appena il 32% dei titoli contro l’80% dell’intera base di azionisti.
“Sulle tematiche ESG (ambientali, sociali e di governance) vediamo molta disillusione”, ammette Tedeschi.
È diffusa l’idea che si tratti di greenwashing per vendere prodotti di risparmio gestito. I giovani (il 32% dei nuovi clienti di Direct ha tra i 25 e i 35 anni, Ndr) che si avvicinano al trading preferiscono cavalcare altri trend come le criptovalute o i titoli tecnologici americani”.
Se il voto diventa più semplice
Tuttavia, negli Stati Uniti ci sono alcuni intermediari finanziari che hanno iniziato a puntare su funzionalità che rendano più accessibile agli investitori il voto in assemblea e il dialogo con i vertici aziendali (engagement).
L’esempio più noto è quello della piattaforma di trading Robinhood, diventata famosa per il caso Gamestop, la quale ha acquistato Say Technologies, una società che semplifica il processo di voto per delega e la comunicazione con i vertici aziendali da parte dei piccoli azionisti.
Secondo Lauren Solberg, data journalist di Morningstar, l’integrazione nei servizi di trading di funzioni di questo tipo potrebbe abbattere le barriere che tengono lontani i trader dalle assemblee e dalla vita delle aziende che hanno in portafoglio.
Le ragioni sono diverse. Innanzitutto, semplificano un processo complesso perché gli investitori dialogano tra loro, possono facilmente porre domande e votare le proposte. Dal canto loro, i dirigenti e amministratori rispondono direttamente sulla piattaforma. Inoltre, il sistema avvisa sull’app quando c’è l’assemblea annuale e invita a votare le risoluzioni.
In secondo luogo, le piattaforme utilizzano tecnologie familiari alle nuove generazioni e possono favorire la loro partecipazione su questioni a cui sono molto sensibili come l’ambiente. Infine, aiutano a misurare i risultati delle proprie decisioni, ad esempio in termini di riduzione delle emissioni o miglioramento della gender diversity.
I dati, inoltre, possono motivare all’azione, ad esempio quando l’investitore vede che è troppo esposto alle fonti fossili o alle aziende coinvolte in controversie gravi, che possono mettere a rischio i risultati finanziari.
Di Sara Silano
Autore:
Morningstar Fonte: News
Trend Online