Unilever congela il gelato: 800 milioni di euro di risparmi e balzo in Borsa

Unilever, il gigante britannico del settore alimentare, ha annunciato la sua decisione di separare la divisione dei gelati, prevedendo che come entità autonoma possa ottenere risultati migliori. L'azienda ha inoltre delineato un piano di risparmio di 800 milioni di euro entro i prossimi tre anni, una decisione che avrà ripercussioni su circa 7.500 posti di lavoro. La notizia ha scatenato una reazione vivace nel mercato, con le azioni di Unilever che hanno registrato un balzo del 6% in Borsa. Il gruppo sostiene che la separazione della divisione dei gelati darà vita a un'impresa leader nel settore a livello globale. Il portafoglio di marchi di questa divisione, che include nomi noti come Walls (che comprende il Cornetto) e Magnum, ha generato un fatturato di 7,9 miliardi di euro nel 2023. Gli analisti del settore hanno accolto con favore la decisione di ristrutturazione, considerando la lenta crescita e i bassi margini di profitto dell'unità dei gelati. L'analista di RBC Capital Markets, James Edwardes Jones, ha osservato che la decisione di separare la divisione dei gelati, che ha registrato ricavi per 7,9 miliardi di euro e un utile operativo di 760 milioni di euro, è sensata poiché elimina l'effetto della stagionalità e il trascinamento verso margini più bassi. Secondo Jones, la separazione è stata ben accolta a causa del ritmo di crescita più lento della divisione e della mancanza di sinergie di costo. Unilever ha anche delineato obiettivi a medio termine più ambiziosi, prevedendo una crescita delle vendite a una cifra media e un modesto miglioramento dei margini. Jones ha apprezzato la precedente guidance di Unilever, considerandola conservativa e lasciando spazio per superare le aspettative. Tuttavia, l'analista si è detto confortato dalla mancanza di un target specifico di margine, considerando il rischio di costi bloccati. Jones ha inoltre evidenziato che il valore delle precedenti cessioni è stato diluito da costi significativi che sono rimasti all'interno dell'azienda dopo la dismissione.

(Redazione)