Ucraina all'attacco delle raffinerie russe, petrolio su

18/03/2024 18:22

Ucraina all'attacco delle raffinerie russe, petrolio su

Ucraina: scarseggiano mezzi e uomini

L'Ucraina prova a sparigliare le carte con un cambio di strategia. In base alle ultime informazioni sta accadendo quello che alcuni analisti militari avevano previsto sin dall'inizio dell'invasione delle truppe di Putin: Kiev era destinata a perdere la guerra per inferiorità di uomini e mezzi.
Fin qui l'esercito ucraino ha retto il confronto riuscendo a tenere testa all'invasore e anche a respingere l'iniziale avanzata del nemico. Negli ultimi due mesi le milizie di Mosca sono tornate a guadagnare terreno anche grazie al fatto che gli ucraini stanno esaurendo le munizioni, nonostante gli aiuti bellici che arrivano dall'occidente.

L'afflusso di rifornimenti però è a rischio dato che da più parti emergono dubbi sull'opportunità di continuare a finanziare una guerra in essere da oltre due anni e dall'orizzonte molto incerto.

Senza poi contare il fatto che a novembre si vota negli Stati Uniti: i sondaggi danno Joe Biden in svantaggio su Donald Trump in misura consistente. Potrebbe essere difficile per l'attuale presidente in carica continuare a sostenere Kiev con conseguente dispendio di denaro del contribuente americano.

Kiev attacca le raffinerie russe

Da qualche settimana l'Ucraina ha smesso di difendersi sul proprio territorio invaso ma ha iniziato a colpire obiettivi su quello russo, obiettivi ben precisi: non civili ma infrastrutture del settore idrocarburi.

Nel fine settimana si sono registrati nuovi attacchi portati con droni a raffinerie di petrolio in Russia. Per tutta la scorsa ottava Kiev ha colpito infrastrutture di questo tipo, tra cui quella di Kirishi nella regione di Leningrado: si tratta di una delle due principali raffinerie del Paese con una capacità di 17,7 milioni di tonnellate l'anno (355 mila barili al giorno) di petrolio russo, pari al 6,4% del totale.
Kirishi produce il 5,3% della benzina russa, il 7,6% del diesel, il 16,3% di olio combustibile e il 3,4% del carburante per aerei.

Petrolio sui massimi da novembre

Gli attacchi ucraini hanno avuto come conseguenza un incremento dei prezzi del petrolio: al momento oscilla sui massimi da inizio novembre ed è in rialzo del 15-20 per cento dai minimi di metà dicembre.

Secondo alcuni analisti l'effetto potrebbe essere quantificato in 2-3 dollari al barile, per il momento. Sommando le conseguenze della guerra coi droni alle raffinerie russe a quelle della recente estensione dei tagli alla produzione da parte dell'OPEC+ gli esperti di Morgan Stanley indicano un livello del Brent nel terzo trimestre dell'anno a circa 90 dollari barile (86,75 il prezzo attuale), +10 rispetto alla precedente previsione.

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