UBS: le banche centrali temono soprattutto i rischi geopolitici

05/07/2023 18:06

UBS: le banche centrali temono soprattutto i rischi geopolitici

Il sondaggio sullo scenario macro globale

Nel corso dell'Annual Reserve Management Seminar organizzato da UBS Asset Management, il braccio armato del colosso svizzero nel settore della gestione di fondi, è stato realizzato il consueto sondaggio che ha coinvolto quasi 40 banche centrali.
Si tratta di un momento molto importante per capire l'opinione di importanti economisti riguardo le prospettive dell'economia e dei mercati finanziari globali. Tanto più quest'anno, date le incognite che si celano dietro il balzo dell'inflazione e la risposta altrettanto consistente di Federal Reserve e Banca Centrale Europea.

Le banche centrali ce l'hanno fatta

Ebbene, il 64% dei partecipanti al sondaggio ritiene che l'azione delle banche centrali sia tale da causare un "atterraggio morbido" dell'economia accoppiato a un ritorno dell'inflazione su "livelli moderati", ovvero tra il 2 e il 3 per cento.

Quindi verrebbe da dire che l'operazione è nel complesso riuscita: i prezzi al consumo dovrebbero rientrare sul sentiero fisiologico pagando uno scotto limitati a livello di crescita economica. In realtà non è proprio così dato che il target di lungo periodo dell'inflazione fissato da Fed e BCE è del 2%.

Maggiore volatilità all'orizzonte

Questa ultima considerazione ci conduce a un altro elemento emerso dal sondaggio: il 72% dei partecipanti ritiene che il periodo di relativa tranquillità degli ultimi decenni (con alcune eccezioni causate da eventi straordinari come la crisi dei subprime e il Covid) sia terminato e che il futuro ci riservi una successione di cicli economici più volatili.

In particolare, il 69% ritiene che l'inflazione sia destinata a stabilizzarsi su tassi di crescita più elevati, spingendo le banche centrali ad allontanarsi dalle politiche ultra accomodanti degli ultimi anni, con conseguenze sulla congiuntura.

Conflitti geopolitici il pericolo più grande

Molto interessante la sezione dedicata ai rischi più temuti.
In testa (75%) c'è quello relativo alla possibile ulteriore escalation dei conflitti geopolitici. L'anno scorso questo tipo di instabilità era stata indicata dall'80% dei partecipanti. É quindi in calo ma se si pensa che dodici mesi fa eravamo nel pieno della crisi Russia-Ucraina, la flessione non è poi così significativa.

Ricordiamo però che oggi ci sono anche le tensioni USA-Cina a innervosire i mercati.

Come già detto si prevede che l'inflazione sia destinata a calare ma il balzo degli ultimi mesi ha spaventato non poco gli economisti. Il rischio di crescita dei prezzi al consumo e/o di avvitamento al rialzo dei rendimenti occupa il secondo posto tra le preoccupazioni con il 72%.

Al terzo posto con il 56% c'è la paura di recessione globale, a ricordare che per il momento la brusca manovra restrittiva di Fed e BCE non ha causato danni eccessivi alla congiuntura ma occorre comunque vigilare con attenzione.

Da segnalare infine che il rischio di rialzo delle materie prime energetiche e della sicurezza sugli approvvigionamenti di idrocarburi, che l'anno scorso occupava il terzo gradino del podio con il 50%, quest'anno è crollato all'8%.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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