UAW: Gli effetti dello sciopero contro Stellantis, Ford e Generals Moto

La lunga protesta dei lavoratori dell'automobile negli Stati Uniti, che dura ormai da quasi tre settimane, inizia a produrre effetti economici. Lo sciopero, guidato da Shawn Fain dell'United Auto Workers (Uaw), è rivolto contro le tre grandi case automobilistiche statunitensi, Stellantis, Ford e General Motors. Dopo 19 giorni di sciopero, le perdite ammontano a circa 4 miliardi di dollari. 

Stellantis, Ford e General Motors hanno subito perdite per oltre un miliardo di dollari. Questi dati sono stati elaborati dalla società di consulenza economica americana Anderson Economic Group (Aeg). Secondo l'azienda con sede nel Michigan, lo sciopero ha causato perdite per 325 milioni di dollari in salari diretti, 1,1 miliardi per Ford, General Motors e Stellantis, quasi 1,3 miliardi per i fornitori di automobili e 1,2 miliardi per i concessionari e i clienti. Aeg prevede che la terza settimana di sciopero sarà "significativamente più costosa per Ford". 

Ford ha appena annunciato altri 300 licenziamenti temporanei a causa dello sciopero. "Il nostro sistema produttivo è altamente interconnesso e la strategia di sciopero mirata dell'Uaw sta avendo effetti a catena su siti non direttamente interessati dall'interruzione del lavoro", ha dichiarato il gruppo. L'interruzione del lavoro in uno stabilimento Ford di Chicago "ha un impatto diretto" sulle attività di uno stabilimento di stampaggio a Chicago e di un sito di produzione di motori a Lima, Ohio; questi ultimi due forniscono parti per la produzione del primo. "A circa 330 dipendenti è stato chiesto di non recarsi al lavoro", ha spiegato Ford. Questi "licenziamenti" sono in vigore dal 30 settembre per il sito di Chicago e dal 2 ottobre per quello di Lima. 

Questi 300 licenziamenti si aggiungono alle 600 persone già temporaneamente licenziate da Ford da quando è iniziato lo sciopero. Anche Stellantis e General Motors hanno ridotto il personale in diversi siti per le stesse ragioni. Inizialmente, l’Uaw ha chiamato allo sciopero quasi 13.000 dei suoi 146.000 iscritti presso i tre produttori, per poi aggiungerne circa 5.600 una settimana dopo a causa della mancanza di progressi nelle trattative, e altri 7.000 la settimana successiva, per un totale di circa 25.000 lavoratori in sciopero.

(Redazione)