Titoli di Stato: Btp mon amour
All’inizio furono quasi esclusivamente i Bot (buoni ordinari del tesoro), uno dei primi grandi e mai tramontati amori dei risparmiatori italiani.
Anche CCT e BTP, con le loro varie sfaccettature sono diventati, nel tempo, titoli presenti nella maggior parte dei portafogli finanziari del popolo del Bel Paese.
Rendimento da un lato e concetto di sicurezza (effettiva o presunta che possa essere) dall’altro, i titoli del debito pubblico nostrano sanno come farsi apprezzare all’interno della penisola.
E non solo.
Troppo sovente, però, è passato inosservato o sotto traccia il rischio potenziale in cui si può incorrere se si investe in Buoni del Tesoro poliennale a lunga scadenza (senza considerare il rischio emittente).
Garantirsi un flusso cedolare importante va bene, ma devono essere valutati anche gli scenari negativi e le criticità che, un investimento simile, può comportare.
In caso contrario, si può andare incontro a brutte sorprese come è accaduto, ad esempio, lo scorso anno.
A questo punto, sorge lecito un quesito: quando conviene investire in un Btp decennale se non addirittura con scadenza più lontana?
Btp decennale: quando conviene investire
Quando si acquista un BTP decennale, ci si assicura un flusso cedolare costante e già stabilito per tutta la durata dell’investimento.
Nei dieci anni di vita dell’obbligazione, però, i tassi di mercato possono subire oscillazioni anche importanti.
Prova ne è, ad esempio, l’innalzamento da parte di Bce e Fed negli ultimi diciotto mesi per cercare di arginare l’inflazione galoppante.
Un aspetto da valutare, quindi, riguarda la correlazione tra l’andamento della quotazione del prezzo del Btp e l’andamento dei tassi di mercato.
Un titolo decennale diventa quindi, può diventare uno strumento di guadagno al di là e molto oltre il flusso cedolare.
Nel momento in cui si passa da una fase di tassi ascendenti ad una di tassi discendenti, lo scenario può diventare particolarmente interessante.
Infatti, se le nuove emissioni sul mercato offrono tassi nominalmente inferiori, per poter beneficiare di rendimenti superiori, si sarà disposti a spendere di più (a livello di prezzo di acquisto) per reperire sul mercato titoli emessi precedentemente a condizioni migliori.
A questo punto, il Btp decennale che si ha in portafoglio, nel caso di vendita, sarebbe in grado di garantirci un guadagno di capitale.
Salvo, ovviamente, il considerare di dover poi reinvestire l’importo ottenuto dalla vendita in altre tipologie di mercati.
Questo, però, è un altro discorso.
Btp decennale: quando non conviene investire
Se si pensa di mantenere il titolo per l’intera sua durata, non c’è necessità di fare tanti ragionamenti.
Se l’importo investito è tale da non richiedere disinvestimenti in corso d’opera, se la cedola nominale è ritenuta interessante, si possono beneficiare, per dieci anni, di flussi cedolari costanti e remunerativi.
Se invece, le finalità operative sono differenti, occorre valutare che, se si sta attraversando una fase di tassi in ascesa come quella attuale, il Btp decennale può comportare perdite in conto capitale (fittizie o reali) anche importanti.
Ecco perché, qualsiasi investimento deve essere tarato in modo corretto sulla base delle esigenze, dell’arco temporale e del grado di rischio che ci si può accollare.
La consapevolezza delle azioni che si mettono in atto deve essere il primo fattore per poter investire in modo responsabile.