Buon terzo trimestre
Seduta in lieve rialzo per Telecom Italia all'indomani della pubblicazione di risultati del terzo trimestre in crescita su base annua. Le performance conseguite nel periodo luglio-settembre 2023 si sono inoltre rivelate leggermente migliori delle previsioni degli analisti.
I ricavi organici totali si sono attestati a 4,107 miliardi di euro, in crescita del 3,7% a/a (consensus 4,017), i ricavi organici da servizi a 3,771 miliardi, +1,7% a/a (consensus 3,747), l'EBITDA organico a 1,687 miliardi, +6,5% a/a (consensus 1,639), l'EBITDA organico after lease a 1,42 miliardi, +8,6% a/a (consensus 1,366), CAPEX organica aal netto delle licenze per telecomunicazioni a 916 milioni, +8,5% a/a (consensus 910), Equity Free Cash Flow -71 milioni da -77 (consensus -78), Equity Free Cash Flow After Lease a -274 milioni da -251 (consensus -254).
La posizione finanziaria si deteriora leggermente ma meno del previsto: l'indebitamento netto rettificato si attesta a 26,338 miliardi di euro da 25,504 dodici mesi fa (ma meglio del consensus a 26,452) e indebitamento netto After Lease a 21,184 miliardi da 20,100 (consensus 21,059).
Il management ha confermato la guidance del Piano Industriale TIM 2023-2025.
Il cda approva l'offerta di KKR per NetCo, Vivendi protesta
Risultati confortanti quindi ma in questo momento l'attenzione degli osservatori è catturata dalla vicenda NetCo.
Nello scorso fine settimana il cda di Telecom ha approvato, al termine di una maratona iniziata venerdì, l'offerta vincolante di KKR su NetCo: la proposta del private equity americano valorizza l'asset (esclusa Sparkle) a un Enterprise value di 18,8 miliardi di euro, che potrebbero aumentare fino a 22 miliardi al verificarsi di determinate condizioni.
Tra le determinazioni del board ce n'è anche una molto probabilmente destinata a monopolizzare l'andamento del titolo nelle prossime settimane o anche mesi. Il cda ha infatti deliberato che "la decisione sull’offerta è di competenza esclusiva consiliare", basando questa determinazione sui pareri legali di alcuni famosi professori universitari.
Vivendi, il maggior azionista di Telecom con il 24%, non l'ha presa bene.
I francesi hanno subito annunciato che ricorreranno a ogni strumento legale a loro disposizione poiché ritiene illegittima la decisione sulla competenza del cda. La reazione di Vivendi non arriva certo a sorpresa: già nei giorni precedenti aveva fatto sapere che l'ok all'offerta di KKR avrebbe dovuto essere dato dall'assemblea (dove ha un peso maggiore) e non del cda (dove ha solo 3 consiglieri su 14).
Il problema è la valutazione di NetCo: Vivendi ha sempre utilizzato come base i 31-34 miliardi stimati da Rothschild oltre un anno fa. Si tratta di una cifra molto lontana da tutte le offerte giunte finora e considerata eccessiva da altre investment bank.
Per l'a.d.
Labriola è tutto ok
Come reagirà il management di Telecom all'opposizione di Vivendi? La risposta è arrivata oggi nel corso della presentazione dei risultati agli analisti. L'a.d. Pietro Labriola ha ribadito che la competenza sulla vendita di NetCo è esclusiva del cda, aggiungendo che "Non è possibile, secondo la legge italiana, trasferire tale competenza agli azionisti".
Ricordiamo che CDP affianca KKR nell'operazione e quindi ha il benestare del governo italiano.
Secondo indiscrezioni raccolte da Reuters Vivendi ritiene che la vendita di NetCo configuri una cambiamento dell'oggetto sociale della società e pertanto richiede l'ok dell'assemblea.
Sempre in base ai rumor i francesi potrebbero chiedere al tribunale di Milano di sospendere la vendita mediante ordinanza cautelare in attesa di una determinazione sulla correttezza dell'operato del cda. Ma Agostino Nuzzolo, General Counsel di Telecom (responsabile legale) ha dichiarato agli azionisti che nello statuto non c'è un riferimento alla proprietà della rete: non si vede quindi la necessità di ricorso all'assemblea.