Tassi prestiti bancari in forte calo: Unimpresa registra un crollo di 50 miliardi in 12 mesi

25/01/2024 17:00

Tassi prestiti bancari in forte calo: Unimpresa registra un crollo di 50 miliardi in 12 mesi
L'effetto scatenato dell'aumento dei tassi si riflette sul settore dei prestiti bancari in Italia. Nel corso dell'ultimo anno, si è registrata una stretta creditizia di quasi 50 miliardi di euro, con una riduzione complessiva superiore al 3%. Le banche hanno drasticamente tagliato tutti i tipi di finanziamento alle imprese, con una diminuzione di 39 miliardi di euro, equivalente al 6%. Per quanto riguarda le famiglie, il saldo è negativo per 10 miliardi di euro. Sebbene i mutui siano sostanzialmente fermi, il credito al consumo è aumentato di 5 miliardi di euro, mentre i prestiti personali sono crollati di quasi 14 miliardi di euro. Questo scenario crea difficoltà per la clientela bancaria nell'onorare le scadenze dei prestiti, con un aumento delle sofferenze nette di quasi il 10% in un anno, passando da 16 miliardi a quasi 18 miliardi di euro.

Le banche, tuttavia, sono le uniche a beneficiare dell'aumento dei tassi, generando profitti senza precedenti. Secondo le stime più recenti, i loro profitti potrebbero superare i 40 miliardi di euro nel 2023. Questa politica monetaria scellerata della Banca centrale europea arricchisce le industrie bancarie e i loro manager, ma l'economia reale ne soffre, privata dei mezzi finanziari necessari per affrontare un periodo che si preannuncia difficile.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati statistici della Banca d'Italia, gli impieghi delle banche ai privati sono diminuiti di 49,3 miliardi di euro (-3,66%), passando da 1.347,2 miliardi di euro a novembre 2022 a 1.297,8 miliardi di euro a novembre 2023, al netto delle cartolarizzazioni. Questi dati, talvolta contestati dalle associazioni di categoria del settore creditizio, non tengono conto delle cessioni di prestiti deteriorati effettuate dalle banche a società specializzate. Se queste cessioni fossero incluse nel calcolo, i risultati sarebbero diversi. Tuttavia, sembra più corretto considerare solo il credito risultante negli attivi bancari, cioè quello che costituisce la base della relazione tra la banca e la sua clientela.

Più nel dettaglio, i prestiti destinati alle aziende sono diminuiti da 664,5 miliardi di euro a novembre 2022 a 625,2 miliardi di euro a novembre 2023, con una riduzione di 39,2 miliardi di euro (-5,90%). Sia i finanziamenti a breve termine (fino a 1 anno di durata) che quelli a lungo termine (con scadenze superiori a 5 anni) hanno subito un forte calo. I prestiti di medio periodo (fino a 5 anni) sono diminuiti di 2,5 miliardi di euro (-1,61%).
Per quanto riguarda le famiglie, si è registrato un calo complessivo di 10,1 miliardi di euro (-1,48%), passando da 682,7 miliardi di euro a 672,6 miliardi di euro. La diminuzione è dovuta principalmente alla forte diminuzione dei prestiti personali, che sono calati di 13,9 miliardi di euro (-9,85%), e al modesto aumento del credito al consumo, che è cresciuto di 5,2 miliardi di euro (+4,56%). Il mercato dei mutui è rimasto fermo, con uno stock di 424,5 miliardi di euro, con una variazione negativa di 1,4 miliardi di euro in un anno (-0,34%).

Quanto alle rate non pagate, nei primi 11 mesi del 2023 si è verificata un'inversione di tendenza preoccupante. Le sofferenze bancarie sono aumentate di oltre 3,5 miliardi di euro tra dicembre 2022 e novembre 2023, con un incremento che si avvicina al 25%. A novembre 2023, le rate non pagate da famiglie e imprese ammontavano a 17,7 miliardi di euro, in crescita di 1,5 miliardi di euro (+9,65%) rispetto a novembre 2022 e di oltre 3,5 miliardi di euro rispetto a dicembre 2022. Su base annua, tuttavia, si registra una diminuzione generale delle sofferenze lorde di 1,7 miliardi di euro (-5,25%), passando da 34,1 miliardi di euro a novembre 2022 a 32,2 miliardi di euro a novembre 2023. Il rapporto tra le sofferenze nette e il totale degli impieghi al settore privato è passato dall'1,20% all'1,37%.

In generale, le sofferenze di tutte le categorie di clientela sono diminuite su base annua: quelle delle aziende sono calate di 612 milioni di euro (-6,98%), quelle delle famiglie di 896 milioni di euro (-4,99%), quelle delle imprese familiari di 161 milioni di euro (-6,76%), e quelle riferibili a pubblica amministrazione, fondi, assicurazioni e onlus sono scese di 116 milioni di euro (-8,90%).

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