Fa meglio di indici azionari decisamente in rialzo il titolo di Stellantis dopo la pubblicazione dei dati del terzo trimestre 2023: +3,67% a 17,68 euro.
I ricavi da 45,1 miliardi di euro (+7%) hanno battuto le attese degli analisti (42,4 mld per Factset) e consegne in crescita a doppia cifra per 1,42 milioni di veicoli (+11%).
Stellantis, spunta l'accordo negli USA
Sembra che il sole spunti anche in America dopo gli storici scioperi delle tute blu di UAW sembrano lasciare il passo a un accordo.
L’accordo provvisorio con UAW e Unifor dovrebbe porre fine a una paralisi degli impianti che è costato circa 3 miliardi di euro di ricavi a ottobre rispetto ai piani e che la CFO Natalie Knight ha quantificato in una cifra inferiore ai 750 milioni di euro di utile operativo tra Usa e Canada.
Anche una nota della UAW conferma: nel giorno numero 44 dello Stand Up Strike è stato raggiunto un accordo di massima anche con Stellantis, il secondo dopo quello con Ford.
Nel comunicato si afferma non soltanto il recupero dei 5.000 posti dovuti ai licenziamenti per lo stop degli impianti, ma anche l’aggiunta di 5.000 assunzioni.
L’intesa prevede un recupero dei salari quadruplo rispetto al contratto del 2019. In pratica un aumento del 25% della paga di base entro l’aprile 2028 con un aumento del 33% per la media che tiene in considerazione i COLA, gli adeguamenti al costo della vita a oltre 42 dollari l’ora.
Lo stipendio di base aumenterl 67% con COLA a oltre 30 dollari l’ora. I lavoratori temporanei, i meno pagati di Stellantis, avranno un incremento della paga di oltre il 165%, alcuni nella componentistica di MOPAR riceranno subito un aumento del 76%
Poi i benefit persi dalla Grande Crisi del 2008, dai COLA stessi alla progressione salariale triennale a una generale riduzione delle maggiori differenze salariali tra i dipendenti.
Miglioramenti anche sul fronte previdenziale.
Non è poco, ma sicuramente è la fine di una dispendiosa fase di incertezza e perdite negli States per Stellantis. Se tutto andrà come da intesa.
Stellantis verso l’elettrico
Non sono mancate le prospettive sul futuro però alla presentazione odierna dei dati del gruppo.
La CFO Knight ha infatti affermato che il gruppo investirà 10 miliardi di euro in 10 anni nell’elettrificazione.
La prima mossa di peso è stata già fatta con l’acquisizione di una quota del 20% della cinese Leapmotor per 1,5 miliardi di euro.
Si tratta del quarto produttore di auto elettriche puro della Repubblica Popolare e l’intesa prevede la creazione di una joint venture per l’export controllata al 51% da Stellantis che avrà l’esclusiva per i veicoli Leapmotor fuori dalla Cina.
Una mossa strategica se si pensa che secondo uno studio di Jato Dynamics sintetizzato da Corriere Motori ormai in Cina le auto elettriche costano meno della metà che in Europa e negli Stati Uniti: 31.829 euro in media contro i 55.821 € della media europea e i 63.864 € della media USA.
Merito del forte sostegno governativo all’industria soprattutto (per esempio manca in Cina la tassa sull’acquisto e sono stati distribuiti incentivi per ben 57 miliardi di dollari tra 2016 e 2021, ma c’è anche un costo della manodopera inferiore).
Di fatto il mercato globale più brillante dell’auto elettrica resta proprio quello cinese e per qusto Stellantis riparte da lì.
Anche in Italia è stato inaugurato il primo Battery Technology Center a Mirafiori, mentre è al lancio la Citroen e-C3 Full con prezzi accessibili e la nuova E-3008 offrirà prestazioni da vertice con autonomia fino a 700 km e nel segmento B la Fiat prevede la nuova 600e.
Si lavora anche sull’idrogeno (il 33,3% di Symbio), sulla produzione di litio (progetto Hell’s Kitchen), sulla sesta gigafactory (secondo impianto USA), sulla rete di ricarica elettrica (almeno 30.000 punti in un network globale a 7).
Ma c’è molto altro.
Stellantis, guidance confermata
Stellantis ha infatti alzato le previsioni industriali in Nordamerica, Europa e Medioriente.
In Nord America le consegne sono cresciute del 7%, nell’Europa allargata dell’11% e brillano anche Medioriente e Africa con ricavi più che raddoppiati per il gruppo.
Proprio la Cina invece, in termini di ricavi, ha segnato un forte calo: tutta l’area Cina, India e Asia Pacifico ha segnato un -33% delle consegne.
Ma per le aree chiave d’Europa, Nord America e Africa l’outlook industriale viene alzato.
Confermato anche il completamento del buyback da 1,5 miliardi di euro entro la fine del 2023.
Confermata una guidance indicativa per il 2023 di Ebitda adjusted superiore al 10% e di un free cash flow positivo.