Gli italiani hanno speso nel 2023 circa 9 miliardi in più per mangiare meno a causa del caro prezzi. Questo ha comportato una riduzione del 3,9% delle quantità di cibi e bevande acquistate. I dati provengono dalla proiezione annuale della Coldiretti basata sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi undici mesi rispetto allo stesso periodo del 2022.
Questa tendenza è confermata dall'aumento degli acquisti di cibo low cost nei discount alimentari. Questi ultimi hanno fatto registrare un balzo del +8,5% in valore, il dato più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Secondo la Coldiretti, questo risultato evidenzia le difficoltà nelle quali si trovano le famiglie italiane, costrette a orientare le proprie spese verso canali a basso prezzo a causa dei rincari.
Le strategie adottate dalle famiglie per risparmiare sul carrello della spesa includono il ricorso a sconti e promozioni, nonché la riduzione degli sprechi. Quest'ultima strategia si basa su una maggiore sensibilità verso la riduzione del cibo che finisce nella pattumiera. Le famiglie italiane stanno imparando a sfruttare le ricette del giorno dopo, la cucina degli avanzi e ricorrono sempre più spesso alle doggy bag al ristorante, con quasi la metà degli italiani (49%) pronti a chiederle.
Secondo Coldiretti/Censis, il 77% degli italiani prepara regolarmente una lista della spesa con una programmazione precisa degli acquisti. Questo aiuta a tenere sotto controllo gli acquisti d'impulso e a gestire con maggiore oculatezza i budget familiari.
L'emergenza si estende anche alle imprese agricole, colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione, che in molti casi non coprono nemmeno i costi di produzione. Questa situazione comporta il rischio di abbandono di interi territori agricoli.
In questo contesto, la Coldiretti sottolinea l'importanza di aumentare i fondi per l'agroalimentare nel Pnrr. Questi fondi devono essere destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l'approvvigionamento alimentare del Paese. È un'occasione unica che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore.
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