Soldi e risparmi: i vini meglio delle azioni.
Il 2022 si è chiuso con i risparmiatori che si leccavano le ferite per le perdite originate dalla crisi economica, l’elevato livello di inflazione e l’estrema volatilità dei mercati.
Insomma, chi più, chi meno, quasi tutti hanno dovuto contabilizzare, virtualmente o realmente, risultati piuttosto deludenti per ciò che concerne gli asset finanziari.
Mentre le borse perdevano terreno, le obbligazioni facevano impazzire risparmiatori esterrefatti, c’è un settore che, invece, ha continuato a crescere e a dare soddisfazioni a chi aveva deciso di investirci.
Di cosa stiamo parlando?
Del comparto dei fine wines, ovvero di quei vini rari e pregiati il cui incremento di valore a bottiglia, pare non conoscere soste né crisi.
A tutti gli effetti, i vini possono essere considerati un asset interessante al fine di diversificare il proprio portafoglio globale in quanto non direttamente collegati al contesto globale dei mercati finanziari.
Insomma, il mondo del vino, pare essere un contesto a parte.
Almeno per ciò che concerne le bottiglie di pregio.
Tanto per citare un dato estremamente significativo, giova ricordare che, il mercato del vino, negli ultimi dieci anni, ha registrato una performance positiva del 200% circa. Un risultato niente male, oseremmo dire.
Fine wines: quali sono i più pregiati
Un risparmiatore poco informato in merito a questo settore, potrebbe trovarsi in difficoltà nel comprendere quali possano essere le zone vinicole di maggior interesse, a tal fine.
La Francia, con il trittico Bordeaux, Borgogna e Champagne, riveste sicuramente un ruolo di primo piano, grazie alla presenza, appunto, di vini pregiati di alto livello e valore.
Alcuni di essi, nel corso del solo 2022, hanno evidenziato apprezzamenti superiori al 30% ma, anche quelli con incrementi inferiori, hanno comunque riservato ottime soddisfazioni ai loro possessori.
Se parliamo del mercato italiano, la regione che domina la scena è la Toscana, mentre il Barolo, in quanto a vino, è uno dei più pregiati (addirittura vengono assegnati all’asta vini venduti anni prima della loro uscita sul mercato).
Ad oggi, in ogni caso, ci sono anche altri mercati interessanti, sia a livello nazionale che internazionale, specie se si guarda al medio o lungo periodo.
Il mercato cileno, per esempio, o quello spagnolo se si volge lo sguardo oltre al confine, mentre alcune zone della Toscana meno nota, hanno, nel nostro Paese, notevoli opportunità di crescita.
Quali sono le modalità di acquisto? Quali le criticità?
Mercato del vino: opportunità e criticità
Se, fino a qualche tempo fa, erano le aste il modo migliore per accedere a questo mercato, negli ultimi tempi, diverse piattaforme e società di consulenza si sono affacciate sul comparto del vino per dare modo agli investitori di entrare in questo settore.
Le piattaforme, in particolare, aiutano il potenziale investitore a conoscere i vini più interessanti, dal punto di vista del business e forniscono soluzioni per affrontare quello che è il problema più critico del settore, ovvero la conservazione delle bottiglie.
Giova inoltre ricordare che, se le bottiglie vengono conservate nei cosiddetti magazzini fiscali, non vengono tassati non solo i profitti, ma nemmeno si pagano IVA e accise varie.
Un aspetto, quello fiscale, che genera ulteriori benefici per l’investitore.
Quale è invece la principale problematica in cui può incorrere chi si avvicina al mercato del vino? Quella di acquistare un falso, ovvero un vino spacciato come pregiato ma che, in realtà, ha un valore comune.
Questo aspetto, non va sicuramente trascurato, specie quando si parla di investitori alle prima esperienze in tal senso. Risulta quindi opportuno informarsi e conoscere prima di passare all'operatività vera e propria.