Soldi e risparmi: l'inflazione erode il potere d'acquisto
I mercati sono sempre più difficili da interpretare : a volte, decisamente incomprensibili e apparentemente fuori da ogni logica.
In questo generale contesto di incertezza, diventa fondamentale dapprima comprendere come muoversi e poi, tradurre nella pratica operativa le strategie individuate.
Il punto di partenza è sempre lo stesso, ovvero creare una pianificazione finanziaria sulla base degli obiettivi da raggiungere e dell'orizzonte temporale a disposizione.
Tra le esigenze di ognuno, rientra di sicuro la gestione della liquidità, ovvero di quella parte di risorse destinata al soddisfacimento di esigenze di breve periodo o che comunque potrebbe essere necessario smobilizzare per utilizzi già individuati ma non ancora quantificati.
Spesso queste somme vengono lasciate sui conti correnti.
Un po' per mancanza di idee, un po' per mancanza di tempo, un po' per trascuratezza.
Così facendo, ci si da la zappa sui piedi da soli, specie in frangenti caratterizzati da elevati livelli d'inflazione.
Come muoversi quindi?
Liquidità: dove mettere i risparmi?
Gli strumenti a disposizione sono diversi, ovviamente: ognuno di essi ha le proprie peculiarità e può assolvere a specifiche esigenze.
L'assioma da cui partire è questo: se lascio 100.000 euro depositati su un conto corrente, in presenza di un tasso di inflazione del 10%, ad esempio, dopo un anno, il mio potere d'acquisto reale, sarà pari a 90.000 euro.
Non fare nulla equivale a perdere in partenza.
I depositi, ad esempio, offrono attualmente rendimenti interessanti: occorre però valutare gli eventuali vincoli temporali che li rendono non liquidabili o penalizzanti prima di un certo passo di tempo.
I Btp, come ad esempio il Btp Italia, permettono di ottenere rendimenti indicizzati al livello di inflazione.
Da valutare il fatto che, solitamente, avendo una durata intorno ai 5 anni, rientrano già nella fascia degli investimenti a medio termine.
Ci sono poi i fondi monetari, negli ultimi anni dimenticati o messi volutamente da parte, in grado di offrire comunque un minimo di rendimento e smobilizzabili a pronti (ovvero nel giro di pochi giorni).
L'unica pecca, ad oggi, potrebbe essere quella di non godere della garanzia del Fondo interbancario (che vale per le somme depositate sui conti fino a 103.000 euro).
Liquidità: ci sono le opzioni, manca l'educazione finanziaria
Le opzioni a disposizione del singolo risparmiatore quindi ci sono.
Il problema fondamentale è la carenza di cultura finanziaria nel nostro Paese.
La mancata o scarsa percezione dell'effetto inflazionistico sui propri risparmi, ad esempio, è un fattore che limita la presa di coscienza sulle dinamiche negative che essa può causare sui propri capitali nel corso del tempo (in termini di potere d'acquisto reale).
Il mancato ricorso ad una visione di insieme, ad una pianificazione finanziaria per quanto riguarda la gestione del portafoglio, in luogo di una improvvisazione e il ricorso all'intuito o alla fortuna, sono altri fattori decisamente penalizzanti.
Se una buona fetta della popolazione paragona un investimento ad una lotteria o ad una scommessa, significa che la strada da fare è tanta: tantissima.
Senza una educazione finanziaria adeguata, non si va da nessuna parte.