Moncler e Ferrari in netta flessione, male tutto il settore
Forti vendite sui titoli del settore lusso: Moncler cede quasi il 5% ed è il titolo peggiore del FTSE MIB seguito da Ferrari con un -3% abbondante.
Cosa c'entra la Casa di Maranello con Moncler? Semplice: Ferrari da un punto di vista commerciale non è un'azienda automobilistica ma (parafrasando il titolo di un report di Barclays di qualche settimana fa) una maison di moda che costruisce macchine.
D'altra parte in calce ai comunicati stampa di Ferrari si legge "Ferrari è uno tra i marchi leader del settore del lusso a livello mondiale e si occupa di design, progettazione, produzione e vendita delle auto sportive di lusso ad alte prestazioni più famose al mondo".
I ribassi coinvolgono tutti i titoli del comparto, in Italia (in deciso calo anche Brunello Cucinelli e Salvatore Ferragamo) e all'estero: i colossi LVMH e Christian Dior segnano quasi -5%, Richemont -4%, Kering -3%, Hermes addirittura -7%.
L'ondata di vendite scaturisce da un report di Deutsche Bank sul settore.
Trimestrali eccellenti grazie al rimbalzo della Cina
Gli analisti della banca tedesca mettono in evidenza le eccellenti performance raggiunte dalle società del lusso nel primo trimestre grazie soprattutto al contributo della Cina dopo la rimozione delle restrizioni anti Covid decise da Pechino.
Ricordiamo che LVMH neo primi tre mesi dell'anno ha realizzato ricavi pari a 21,035 miliardi di euro, +17% a/a e nettamente superiore ai 20 miliardi del consensus di FactSet.
Moncler ha fatto ancora meglio con 726,4 milioni di euro, in crescita del +23% a/a e ben al di sopra dei 689 milioni del consensus. Il gruppo ri-fondato da Remo Ruffini non ha però indicato una guidance per il 2023 e questo ha deluso gli investitori.
Deutsche Bank: attenzione al rallentamento USA
Leggendo il report di Deutsche Bank emerge probabilmente la motivazione della decisione del management di Moncler.
Gli analisti invitano a essere sempre più selettivi sul settore lusso dato che "un rallentamento verso la crescita negativa negli USA è un preoccupazione che sta montando" e che ci sono segnali di riduzione della domanda da parte dei consumatori appartenenti alla fascia di reddito 100-400 mila dollari/anno (cioè decisamente benestanti ma non ricchi).
L'Europa sta tenendo e la Cina è in netto recupero ma, considerando le valutazioni storicamente molto alte dei titoli del settore rispetto alla media del mercato, il consiglio di Deutsche Bank è di acquistare con criterio, privilegiando i gruppi più esposti sul mercato cinese e meno su quello americano.