La data di conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni è stata anticipata al 1° dicembre 2023, secondo quanto stabilito dalla versione finale del decreto legge di accompagnamento della manovra del governo Meloni. L'obiettivo è recuperare l'inflazione effettiva del 2022, stimata all'8,1%, attraverso un incremento dello 0,8%. Inizialmente, alcune bozze del decreto legge facevano riferimento al 1° novembre come data del versamento, ma con l'invio del provvedimento alle Camere, tutte le incertezze sono state risolte.
Con l'aggiornamento all'inflazione 2022, un assegno pensionistico che prima era di mille euro mensili sarà incrementato di 73 euro a causa della rivalutazione iniziale del 7,3%. Con l'aggiunta del conguaglio dello 0,8%, che equivale a circa 8 euro, l'importo dell'assegno dovrebbe raggiungere 1.081 euro, per una rivalutazione complessiva di 81 euro. Questo importo dovrebbe anche includere gli arretrati, pari a 8 euro al mese per i mesi precedenti a partire da gennaio 2023.
La rivalutazione e il conguaglio saranno applicati secondo le fasce previste per il 2023. L'incremento completo del 100% è garantito solo per le pensioni che non superano 4 volte il trattamento minimo Inps, pari a 2.101,52 euro lordi mensili. Per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo, la rivalutazione sarà dell'85%, che scenderà al 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo, al 47% tra 6 e 8 volte il minimo, al 37% tra 8 e 10 volte il minimo e al 32% per le pensioni oltre 10 volte il minimo.
Infine, è prevista una revisione del meccanismo di indicizzazione per il 2024. Ad esempio, si prevede che la rivalutazione per la fascia tra 4 e 5 volte il minimo aumenti dall'85 al 90%. Per conoscere eventuali ulteriori modifiche, sarà necessario attendere il testo definitivo della nuova legge di bilancio.
(Redazione)