Nonostante i record di occupazione, l'Italia continua a lottare con la mancata crescita salariale, un "record al contrario" che mette in luce il divario rispetto alle economie più avanzate. Questo è ciò che emerge dai dati dell'OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
L'OCSE ha recentemente pubblicato un rapporto sull'occupazione, mettendo in risalto il rischio di una transizione 'verde' del lavoro che potrebbe portare alla creazione di una nuova classe di lavoratori precari e sottopagati. Tuttavia, l'immagine complessiva dei salari in Italia è poco incoraggiante.
Occupazione ai massimi .. ma
Secondo l'OCSE, l’occupazione nell'area economica è ai massimi storici. Tuttavia, i dati aggiornati al primo trimestre 2024 confermano che l'Italia è in testa alla classifica delle nazioni con i salari reali più bassi, ovvero salari al netto dell'inflazione. Con un calo del 6,9% rispetto all'ultimo trimestre 2019, l'Italia si posiziona come il peggiore nell'area euro, terzultimo tra i 38 paesi dell'OCSE, superata in peggio solo da Repubblica Ceca e Svezia.
Contratti collettivi
L'OCSE sottolinea che, grazie al rinnovo di importanti contratti collettivi, soprattutto nel settore dei servizi, in Italia si è avuto un aumento dei salari negoziati. Tuttavia, l'organizzazione prevede che la crescita dei salari reali rimarrà limitata nei prossimi due anni. Le previsioni vedono un aumento dei salari nominali del 2,7% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, ancora ben al di sotto della media OCSE, ma comunque al di sopra dell'inflazione.
Problema della crescita salariale
Il problema della crescita salariale in Italia non è nuovo. Solo qualche mese fa, la Commissione europea segnalava che la crescita dei salari nominali non era sufficiente a compensare la perdita di potere d'acquisto causata dalla recente inflazione. Inoltre, ha notato che i salari italiani sono strutturalmente bassi, con una crescita dei salari nominali per occupato del 12% tra il 2013 e il 2022, la metà della crescita europea.
Davanti a questi dati, il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, ha sottolineato l'importanza di un aumento dei salari come recupero del potere d'acquisto, destinato a diminuire man mano che la perdita da recuperare si riduce.
Secondo Panetta e l'OCSE, è ora compito delle aziende, che hanno accumulato buoni profitti, assorbire l'aumento degli stipendi senza aumentare i prezzi. L'OCSE critica i paesi dove i salari reali continuano a diminuire nonostante un periodo di buoni profitti aziendali, sottolineando che in molti paesi c'è ancora spazio per ulteriori aumenti dei salari. Panetta concorda, affermando che i minori costi degli input produttivi e i notevoli profitti accumulati consentono alle imprese di assorbire l'aumento dei salari senza trasferirlo sui prezzi finali.
(Redazione)