In ambito finanziario, i rendimenti statunitensi hanno raggiunto i massimi dall'inizio di novembre. Tuttavia, oggi si registrano valori inferiori rispetto a quelli toccati ieri. Il rendimento del BTP decennale si attesta al 3,7810%, al di sotto del picco del 4 marzo al 3,8210%. Il Bund decennale mostra un tasso del 2,3875%, inferiore al massimo recente del 21 marzo al 2,4305%. Il T-Note USA a 10 anni registra un rendimento del 4,3650%, in ribasso rispetto al picco di ieri al 2,4080%. Infine, il T-Bond a 30 anni si posiziona al 4,5020%, al di sotto del massimo toccato il giorno precedente al 4,5380%.
La situazione sul fronte obbligazionario è caratterizzata da incertezza, con i rendimenti che si mantengono vicino ai massimi di ieri. I recenti dati economici degli Stati Uniti, tra cui l'indice PCE core e l'ISM, hanno influito sul calcolo delle previsioni per il 2024. Christopher Waller della Federal Reserve ha suggerito la possibilità di ridurre il numero o il timing dei tagli ai tassi di interesse in risposta a tali dati.
Le aspettative riguardo alle decisioni di politica monetaria della Fed e della BCE sono al centro dell'attenzione degli operatori. Attualmente, il CME FedWatch Tool indica una probabilità del 62% di un taglio di 25 punti base nella riunione del FOMC del 12 giugno. Le probabilità di tagli più significativi entro la fine del 2024 variano, con una tendenza al ribasso per i tagli di 100 e 75 punti base, mentre rimangono stabili quelle per riduzioni minori.
Infine, per quanto riguarda i future sull'Euribor a 3 mesi, i mercati segnalano una stabilità delle probabilità di tagli ai tassi ufficiali. Le previsioni indicano la possibilità di un taglio a giugno e di un totale di 3-4 tagli entro la fine dell'anno. L'agenda macroeconomica della settimana prevede importanti annunci, tra cui l'inflazione in Eurozona, i verbali della BCE e i dati sull'occupazione negli Stati Uniti.
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