La Borsa di New York ha aperto la seduta della settimana con i investitori preoccupati per un'eventuale inflazione forte che potrebbe influenzare il programma di taglio dei tassi della Fed. In particolare, il Dow Jones ha registrato un calo dello 0,25%, l'S&P 500 del 0,5% e il Nasdaq Composite dello 0,5%. Tra i titoli in evidenza, Adobe ha perso il 12% nonostante abbia riportato risultati superiori alle attese nel primo trimestre del 2024 e approvato un nuovo piano di riacquisto di azioni proprie da 25 miliardi di dollari entro il 14 marzo 2028.
Nei tre mesi fino al 1° marzo, Adobe ha visto i suoi profitti netti dimezzarsi da 1,25 miliardi a 620 milioni, con un calo dell'eps da 2,71 dollari a 1,36 dollari. Tuttavia, il fatturato è aumentato dell'11% annuo, raggiungendo i 5,18 miliardi. Nonostante le performance positive, gli analisti sono stati delusi dal dato sui ricavi ricorrenti netti annuali derivanti dai nuovi media digitali, giudicato debole.
Dal punto di vista macroeconomico, i prezzi all'export hanno registrato un calo annuo dell'1,8% a febbraio, in leggero miglioramento rispetto al declino del 2,2% di gennaio e lontano dal crollo del 7,0% previsto dagli economisti. I prezzi all'import hanno invece registrato un calo dell'0,8% annuo a febbraio. L'indice Empire State Manufacturing è sceso a -20,9 punti a marzo, rispetto ai -2,4 punti di febbraio, confermandosi negativo per il quarto mese consecutivo.
La produzione industriale è cresciuta dello 0,1% mensile a febbraio, dopo il calo dello 0,5% di gennaio. La capacità di utilizzo degli impianti è rimasta stabile al 78,3% a febbraio.
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