Nel 2023, le cinque principali banche italiane monitorate dagli analisti di Morningstar hanno segnato una crescita significativa, registrando profitti netti per 22,1 miliardi di euro. Questi risultati sono stati sostenuti da un incremento dei ricavi, un controllo efficace dei costi e una riduzione degli accantonamenti per perdite su crediti.
Unicredit
Unicredit ha introdotto una nuova politica di distribuzione dei dividendi che prevede un payout del 90% dell'utile netto. Questi risultati hanno inviato un messaggio chiaro agli investitori sulle banche italiane: il 2023 è stato un anno di solidi profitti e ora sono in arrivo generosi dividendi. Questo trend positivo ha portato a una generazione organica di capitale e a una distribuzione più generosa agli azionisti attraverso i dividendi e i riacquisti di azioni, oltre a profili di rischio più solidi.
L'annuncio di cedole generose ha infuocato i titoli bancari in questa prima parte dell'anno, insieme ai rumors su possibili nuove aggregazioni.
Intesa Sanpaolo
In particolare, Intesa Sanpaolo proporrà un dividendo di 29,60 centesimi per azione all'assemblea degli azionisti del 24 aprile. Unicredit, dopo aver registrato numeri record nel 2023, ha deciso di distribuire agli azionisti il 100% dell’utile netto.
Banco BPM
Banco BPM ha chiuso il 2023 con un utile netto di 1,26 miliardi, in aumento dell’85% rispetto all’anno precedente. Il consiglio di amministrazione proporrà un dividendo di 0,56 euro per azione, in aumento del 143% rispetto a quello pagato nel 2023.
Bper
BPER ha conseguito un utile netto consolidato di 1.519,5 milioni di euro nel 2023 e ha proposto la distribuzione di un dividendo di 30 centesimi di euro per azione.
Monte dei Paschi
Infine, MPS è tornata all’utile e al dividendo, proponendo una cedola di 0,25 centesimi per azione. Per Monte dei Paschi di Siena, la cedola sarà distribuita con due anni di anticipo rispetto al target, stimata a 0,25 centesimi per azione.
In conclusione, le banche italiane si trovano in una posizione migliore per affrontare un contesto probabilmente meno favorevole nel 2024, grazie a profili di rischio più solidi e a una generazione organica di capitale sostenuta.
(Redazione)