Poste Italiane termina la settimana con un rialzo: il titolo venerdì ha guadagnato lo 0,61% a 10,035 euro. I prezzi hanno oscillato tra 9,77 e 10,035 euro.
Il MEF starebbe considerando la cessione del 29.36% delle azioni di Poste
Il Sole 24Ore di venerdì riportava che il MEF starebbe considerando la cessione del 29.36% delle azioni di Poste Italiane tramite un'Offerta Pubblica di Vendita nel 2024, indirizzata agli investitori istituzionali e retail.
Attualmente il 35% di Poste è detenuto dalla CDP.
Nel 2022, Poste ha versato dividendi per 250 milioni di euro al MEF.
Questa operazione rientrerebbe negli obiettivi della Nadef per incassi da privatizzazioni nei prossimi tre anni, che ammontano a circa 20 miliardi di euro e ha visto finora solo la cessione del 25% del capitale di MPS lo scorso 20 novembre.
Il Ministero dell'Economia ha smentito l'ipotesi di cessione
Il Ministero dell'Economia ha smentito l'esistenza di un processo in corso per ridurre la sua partecipazione in Poste Italiane, contraddicendo così un articolo che ha riportato la notizia di un piano per vendere l'intera partecipazione di Via XX Settembre.
Nuovo piano industriale atteso per il 20 marzo 2024
In occasione della presentazione dei conti dei primi nove mesi del 2023, l'AD di Poste, Matteo Del Fante, ha annunciato il lancio del nuovo piano per il 20 marzo 2024, data in cui saranno anche comunicati i risultati dell'intero anno.
Tra le opzioni in considerazione, potrebbe esserci la possibilità di sincronizzare la cessione con la presentazione del nuovo piano industriale della società.
L'allineamento di questi eventi potrebbe suscitare un interesse maggiore da parte degli investitori, sottolineando la prospettiva di crescita e trasformazione della società in linea con il nuovo piano, rendendo l'offerta più attraente sul mercato.
L'attesa per il 20 marzo è alta poiché le performance aziendali sono state solide, e si prevede che il gruppo dei recapiti si evolverà in un operatore logistico completo nei prossimi tre anni, mantenendo anche la diversificazione nei servizi finanziari e assicurativi, sia tradizionali che digitali.
È possibile che durante tale evento venga rivista al rialzo la politica dei dividendi della società.
Questa occasione è molto interessante per massimizzare l'incasso, vista la performance attuale dell'azienda, e potrebbe attrarre investitori interessati ad acquisire partecipazioni nella società.
La vendita sul mercato della quota del 29,26% del MEF, considerando i valori attuali di Borsa (9,97 euro; il picco è stato di 12 euro nel 2022), potrebbe generare un incasso di 3,8 miliardi di euro, corrispondente a circa un quinto dell'obiettivo di privatizzazioni indicato nella Nadef per il prossimo triennio, che è leggermente superiore ai 20 miliardi.
Il rialzo di venerdì non ha superato i massimi della seduta di mercoledì
Il rialzo di venerdì non ha superato tuttavia i massimi della seduta di mercoledì, resistenza a 10,065 euro.
Il titolo negli ultimi mesi ha fatto ripetuti tentativi per salire al di sopra della resistenza di area 10,15, dove si colloca il 50% di ritracciamento del ribasso dal top di ottobre 2021.
In più di una occasione i prezzi hanno superato la resistenza per poi disegnare delle candele pesantemente ribassiste, come il 7 marzo e il 25 luglio.
Fino a che i prezzi rimarranno al di sopra di area 9,60 rimarrà comunque possibile un nuovo tentativo di rottura di area 10,15.
Sopra quei livelli possibile il test del 61,8% di ritracciamento del ribasso dal massimo di ottobre 2021, a 10,75 euro.
Sotto area 9,60 il ribasso potrebbe invece accelerare fino ai 9 euro.