Ancora dobbiamo abituarci ai potenziali della nuova rete mobile 5G (le cui infrastrutture sono per altro ben lontane dall'essere completate) ma già c'è chi prepara il futuro. Il 6G arriverà entro la fine del decennio e a dirlo è uno dei principali player globali delle infrastrutture di rete, ovvero la finlandese Nokia.
Pekka Lundmark, chief executive dello storico marchio della telefonia (business abbandonato da anni per dedicarsi esclusivamente al mobile network), è convinto che il 6G sarà operativo e debutterà dal punto di vista commerciale entro il 2030. Tuttavia non sarà sugli iPhone.
Lundmark è infatti convinto che per allora non saranno "gli smartphone l'interfaccia più comune".
Per Nokia il 6G arriverà entro il 2030 ma non sugli smartphone.
Proprio di recente Bloomberg aveva riportato che Apple aveva presentato al board i visori su cui lavora da anni (senza averlo mai ammesso per altro).
Si tratterebbe di "occhiali" per realtà virtuale (e aumentata) non molto diversi da quelli che stanno sviluppando Meta Platforms (Facebook), Google (Alphabet) o Microsoft. Redmond per altro lo scorso anno si era portata a casa una commessa da 22 miliardi di dollari con lo U.S.
Army, l'esercito statunitense. Oggetto della commessa l'Integrated Visual Augmented System (Ivas, sistema integrato di realtà aumentata), ovvero visori per i soldati. Insomma Lundmark parla di questo: occhiali più o meno sofisticati in grado di rendere obsoleto lo smartphone, visto che tutte le funzioni oggi svolte da iPhone e simili potranno essere comandate a voce e gestite attraverso gli schermi dei visori o proiezioni olografiche.
Nel 2030 sul 6G a guidare saranno i visori per realtà aumentata.
Lundmark si è spinto oltre.
"Sicuramente lo smartphone come lo conosciamo oggi non sarà l'interfaccia più comune. Molte delle sue funzioni saranno integrate direttamente nei nostri corpi”, ha dichiarato nel corso di una conferenza al World Economic Forum (in corso fino a giovedì 26 maggio a Davos), citata dalla Cnbc.
Lundmark non ha specificato esattamente a che cosa si riferisse. Tuttavia ci sono aziende come la Neuralink di Elon Musk, ricorda sempre la Cnbc, che stanno lavorando allo sviluppo di dispositivi elettronici che possano essere impiantati addirittura nel cervello e usati per la comunicazione con macchine o altre persone.
Oppure, restando su un livello più semplice, i chip possono essere installati nelle dita per interagire con gli strumenti informatici (o per aprire la porta di casa, avviare l'automobile etc).
Anche interfaccia impiantati nei corpi possibili grazie al futuro 6G.
Tornando con i piedi per terra, finora gli esperimenti sui visori non sono stati particolarmente fortunati e per questo l'ingresso di Apple nel settore va tenuto sotto osservazione speciale, considerando la capacità di Cupertino di creare mercati là dove nessuno sembra riuscirci (dall'iPod, all'iPhone, all'Apple Watch).
La stessa Google, che molto investe in nuove tecnologie, ha fatto fiasco con i suoi Google Glass. Ci vogliono, però, infrastrutture (e il 6G sarà in grado di trasferire quantità immense di dati) e funzionalità che convincano gli utenti.
"Riteniamo che uno dei grandi vantaggi della realtà aumentata sia effettivamente la risoluzione dei problemi qui sulla Terra. Cose come occhiali in grado di tradurre le tue parole in un'altra lingua mentre stai parlando. E su questo siamo molto vicini", ha notato Ruth Porat, chief financial officer di Alphabet, intervenuta allo stessa conferenza di Lundmark.
Fonte: FTA Online