Nonostante il governo si stia impegnando alla nuova Manovra finanziaria 2025, molti sono i dubbi ancora non sciolti.
Il nodo cruciale sono le pensioni: se ormai è assodato che la riforma anche quest’anno non si farà resta ora la possibilità di riconferma di alcune opzioni che permettono l’uscita anticipata da lavoro, come l’Ape sociale o le varie Quote.
Certo è che la riforma tanto annunciata non ci sarà e se ciò non bastasse a lanciare un nuovo allarme c’ha pensato il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli.
Nello specifico, la relazione sul Piano strutturale di bilancio espone una situazione preoccupante per il prossimo futuro proprio dal punto di vista pensionistico.
Le proiezioni dell’Istituto non sono per nulla buone, anzi. L’incertezza demografica inciderà è non poco sull’età pensionabile tanto da pensare ad un’uscita a 69 anni e 6 mesi.
Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito. Prima però vi lascia al video YouTube di Angelo Greco che ci informa delle ultime novità in merito al sistema pensionistico italiano.
Pensioni, novità per l'uscita: per i prossimi anni si va verso i 69 anni e 6 mesi
Nuovi grattacapi per il governo sul fronte del sistema pensionistico italiano. Se la riforma tarda ad arrivare, a rincarare la dose sulle pensioni italiane ci pensa l’Istat.
Il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, nel corso dell’audizione alla commissione Bilancio di Camera e Senato sul Piano strutturale di Bilancio lancia l’allarme: l’età pensionabile passerà dagli attuali 67 anni a 67 anni e 3 mesi nel 2027 fino ad arrivare a 69 anni e 6 nel 2051.
L’età per il pensionamento è destinata a salire sulla base delle prospettive della speranza di via.
Lo scenario è una diretta conseguenza della diminuzione della popolazione italiana che secondo le stime dovrebbe passare dagli attuali 59 milioni a 58,1 milioni nel 2031, fino a toccare i 54,8 milioni nel 2050.
Uno scenario che segna un calo demografico di 250mila residenti entro il 2031, fino ad arrivare a meno nel 2050.
Una situazione che appare irreversibile anche se i tassi di natalità e mortalità divenissero favorevoli perché le nascite non riusciranno a compensare i decessi.
Ma nemmeno i flussi migratori previsti, sarebbero sufficienti a invertire la tendenza.
Dunque un crollo demografico che senza dubbio avrà un impatto sul sistema pensionistico italiano, già nel 2031, le persone con più di 65 anni potrebbero essere il 27,7% della popolazione totale.
L’impatto sulle pensioni potrebbe già essere devastante con un aumento della spesa previdenziale fuori controllo e che metterebbe a dura prova le già provate casse dell’Inps.
Pensioni, la popolazione invecchia e i fabbisogni aumentano
Secondo il presidente dell’Istat la situazione non dovrebbe migliorare, anche già nei primi sette mesi del 2024 i dati provvisori sulle stime demografiche parlano chiaro.
Nella relazione si evidenzia come non c’è alcuna inversione di tendenza rispetto al processo demografico in corso.
Il saldo fra nascite e decessi, è leggermente migliorato rispetto al 2023 ma rimane sempre negativo: nel dettaglio si evidenzia un -163mila contro -174mila dell’anno precedente.
Seguendo tali tendenze nel 2031 le persone di 65 anni ed oltre potrebbero rappresentare il 27,7% del totale della popolazione fino ad arrivare al 34,5% nel 2050.
Pertanto in considerazione di tali dati sarà necessario fronteggiare i fabbisogni di una quota sempre più crescente di anziani.
Le nuove probabili età pensionabili
Secondo i dati dell’istituto di statistica si prevede un innalzamento dell’età pensionabile dagli attuali 67 anni:
- a 67 anni e 3 mesi nel 2027;
- a 67 anni e 6 mesi nel 2029;
- a 67 anni e 9 mesi nel 2031;
- fino a raggiungere i 69 anni e 6 mesi nel 2051.