Misura disponibile da circa 2 anni, il bonus Maroni sta permettendo a molti lavoratori di ritrovarsi con uno stipendio ancora pi ricco.
Nel caso delle pensioni, il discorso un po' pi complicato, perch il bonus Maroni va a toccare proprio il versamento dei contributi, che, in regime di modello contributivo, potrebbe essere un problema.
Vediamo infatti come funziona il bonus per le pensioni, e a quanto ammonta nel proprio cedolino previdenziale.
Per saperne di pi in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale Zona Pensioni.
Bonus Maroni: come funziona per le pensioni
Agevolazione introdotta con la Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, commi 286-287) e rinnovata con la Manovra del 2024, il bonus Maroni riguarda l'esonero del versamento dei contributi IVS previsti in busta paga.
Si tratta della quota contributiva a carico del dipendente, pari al 9,19%, poco pi di un terzo dell'intera aliquota contributiva (ricordiamo che il 23,81% invece la quota a carico del datore di lavoro).
Con questo esonero, la busta paga del lavoratore risulta in effetti ancora pi ricca, dato che il lavoratore si ritrova quel 9,19% direttamente nel computo finale (ovviamente al netto delle imposte dovute).
Si tratta di una soluzione fatta apposta per spingere i lavoratori del settore privato e pubblico (iscritti all'AGO o ad altre forme sostitutive) a restare al lavoro anche quando hanno raggiunto i requisiti per uscire con Quota 103.
Per quanto riguarda la pensione, il Bonus Maroni purtroppo va a toccare negativamente il versamento dei contributi, visto che non viene versato il 9,19% del proprio stipendio.
Se per i contributi sotto modello retributivo la modifica abbastanza irrilevante, non si pu dire lo stesso per la parte contributiva.
Infatti in futuro il bonus Maroni potrebbe riservare delle belle sorprese nel proprio cedolino.
Bonus Maroni: a quanto ammonta nel cedolino della pensione
Per stimare la perdita dovuta dal Bonus Maroni, se si richiede l'esonero nel contributo IVS sulla propria busta paga, bisogna partire prima di tutto dal proprio stipendio.
Supponiamo di avere sempre avuto per 40 anni uno stipendio di 2000 euro lordi.
Semplificando al massimo il calcolo, il 33% di questa busta paga va in contributi previdenziali, per un totale di 343.200 euro di montante contributivo, di cui 95.576 euro derivanti dai contributi IVS.
A questo punto, la propria pensione ammonterebbe a 610,74 euro per quanto riguarda la parte retributiva, mentre per quella contributiva ammonterebbe a 985,37 euro.
Arriviamo a 62 anni d'et: ci viene proposto il Bonus Maroni come alternativa all'uscita con Quota 103.
Invece del 33%, l'aliquota scende per 5 anni a 23,81% (la parte a carico del datore di lavoro).
Pertanto, per 5 anni il lavoratore si ritrova uno stipendio pi ricco di circa il 10%. Ma a sua volta un montante contributivo pi contenuto.
Se avesse continuato a lavorare per altri 5 anni senza richiedere il Bonus Maroni, il montante sarebbe stato di 386.100 euro.
Richiedendo il Bonus Maroni, si arriverebbe a 374.153 euro.
Va detto che questa perdita potrebbe venire compensata dal coefficiente di trasformazione, pi generoso nel caso di un'uscita a 67 anni.
Non a caso, uscendo con Quota 103 a 62 anni d'et si avrebbe una pensione di 1.596 euro lordi al mese.
Mentre uscendo a 67 anni:
?
con il Bonus Maroni si avrebbe un assegno di 1.848,26 euro;
?
senza il bonus Maroni si avrebbe un assegno di 1.945,53 euro.
Bonus Maroni: quanto dura per le pensioni
A meno che non venga prorogata ancora una volta, il Bonus Maroni durer fino alla fine del 2024, pertanto chi vuole richiederlo dovr fare domanda il prima possibile all'INPS.
Una volta che l'Istituto Previdenziale avr verificato che il richiedente rispetta tutti i requisiti richiesti, potr procedere alla comunicazione della prima data utile per l'accredito del bonus Maroni.
La prima quella del 2 agosto 2024, ma prevista solo per i dipendenti del privato, se la pensione sotto Gestione esclusiva dell?AGO.
Se non si rientra in questa categoria, la prima data utile quella del 1 settembre 2024.
Diverso il caso dei dipendenti pubblici, che hanno come prima data il 2 ottobre 2024, ma solo se la pensione sotto Gestione esclusiva dell?AGO.
Altrimenti si va al 1 novembre 2024, se la pensione gestita da una Gestione diversa da quella esclusiva dell?AGO.