Il trattamento minimo, cos come per quanto riguarda le pensioni ordinarie, soggetto a rivalutazione annua.
Questo significa che anche le pensioni minime aumenteranno dal 1 gennaio 2024.
Ma di quanto? Non di poco, constatando che l'aumento di questo mese provvisorio, e con la ridefinizione nei prossimi mesi potrebbe addirittura aumentare di nuovo.
E cos anche i requisiti reddituali previsti per poter beneficiare della minima, anch'essi soggetti alla perequazione annua.
Vediamo bene cosa cambia da questo mese, e quanto si porta a casa il ?pensionato minimo?.
Se vuoi saperne di pi in merito all'argomento, ti suggerisco di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale Pensioni e Aggiornamenti.
A quanto ammontano le pensioni minime dal 1 gennaio 2024
Come ormai ribadito da pi di un mese, tutti i trattamenti previdenziali avranno un aumento lordo della propria pensione pari al 5,4%, seguendo appunto l'indice FOI del IPAC-ISTAT.
Essendo la pensione minima al 1 gennaio 2023 passata da 525,38 euro a 567,94 euro, dal 1 gennaio 2024 salir a 598,61 euro.
Ma questo se non fosse intervenuta la norma della Legge di Bilancio 2023, che ha disposto eccezionalmente per il 2024 un incremento extra del 2,7%.
Di conseguenza, le pensioni minime da gennaio 2024 saliranno a 614,77 euro.
Ovviamente questo aumento far da eco anche a tutte le altre pensioni, non solo alla minima.
Dato che la perequazione lorda integrale prevista fino a 4 volte il trattamento minimo, tutti i pensionati con un assegno lordo fino a 2.271,76 euro al mese vedranno la propria pensione crescere del 5,4%.
Per tutti gli altri, l'aumento sar proporzionato a un preciso coefficiente, che va dall'85% per gli assegni 4-5 volte la minima, fino al 22% per quelli 10 volte superiori.
E cos anche per quanto riguardano le pensioni e assegno sociali, che sono passate rispettivamente a 440,42 euro e 534,41 euro al mese.
Pensioni minime 2024, cosa cambia per l'accesso
Per evitare incomprensioni, bene sottolineare che per "pensioni minime" non si intendono assolutamente assegni o pensioni sociali.
Nel nostro caso, si intende il trattamento minimo previdenziale previsto per tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi, che hanno maturato sufficienti anni contributivi durante la propria carriera.
Se cos non fosse, avrebbero diritto invece agli assegni sociali, essendo questi ultimi un trattamento assistenziale, e non previdenziale.
Come previsto dalla Legge Fornero, per beneficiare della pensione minima il neo-pensionato dovr aver maturato almeno 20 anni di contributi al compimento del 67esimo anno d'et.
Se la quota inferiore, per poter beneficiare della minima bisogner avere almeno 71 anni, ma sempre con un requisito contributivo minimo di 5 anni.
Ma solo se tutti i contributi sono stati accreditati nel sistema contributivo, ovvero a partire dal 1996.
Senza nemmeno questi contributi, l'unica speranza con l'assegno sociale, pi contenuto rispetto alla minima.
Con l'aumento delle pensioni anche le quote limite per gli assegni previsti dalle Quote sono cambiati.
Prendendo ad esempio il caso della Quota 103, l'assegno massimo previsto di ora 2.394,44 euro, ovvero un assegno 4 volte il minimo.
E cos anche l'uscita anticipata, la cui minima d'adesione di 1.603,23 euro. Significa che con i contributi dovrai aver maturato almeno 2,8 - 3 volte l'assegno sociale (oppure 2,8 se hai un figlio a carico, addirittura 2,6 volte con due figli).
Pensioni minime 2024, cosa cambier con l'Assegno di Inclusione
Se hai una pensione minima, potresti gi richiedere l'integrazione al trattamento minimo, ma solo se hai una pensione inferiore alla soglia minima di sopravvivenza, e solo se hai versato almeno 20 anni di contributi.
Rimarrebbe allora l'opzione dell'Assegno di Inclusione, la nuova misura di contrasto alla povert, che sostituir il Reddito di Cittadinanza a partire dal 1 gennaio 2024.
Spettabile anche a chi ha pi di 67 anni, prevede infatti il cumulo con le pensioni minime, purch il reddito familiare non superi la soglia di accesso all'Assegno.
Inoltre, l'Assegno di Inclusione sar esente da IRPEF e non concorrer al calcolo del reddito complessivo ai fini della riduzione delle pensioni minime.
Una buona soluzione, anche perch l'integrazione sopracitata sempre pi difficile da ottenere.
Non disposta nel caso in cui la pensione derivi dal calcolo contributivo puro (ovverosia, se tutti i contributi sono versati dal 1996), o se si richiede la pensione in totalizzazione o col computo in Gestione Separata.
Non spetta neanche a chi ha redditi personali e coniugali elevati, cio sopra i 6.702,54 euro (20.107,62 nel caso di reddito coniugale) se si vuole l'integrazione piena, altrimenti massimo 13.405,08 euro (o 26.810,16 euro se reddito coniugale) per quella parziale.