Uno dei (tanti) drammi dei lavoratori di oggi (neoassunti compresi) è quello della propria previdenza.
Molti infatti rischiano di andare in pensione non solo ad un'età avanzata, ma addirittura con pochi soldi nel proprio assegno finale.
L'unica soluzione è quindi aumentare l'importo dell'assegno. E forse c'è un modo per farlo con maggior facilità, stando a quanto trapelato di recente in sede di Manovra. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di lucia pirruccio.
Pensioni 2025, la proposta di aumentare l'assegno con i contributi volontari
Stando a quanto raccontato da Repubblica in un suo recente approfondimento, è stato proposto in sede di Manovra un nuovo modo per arricchire ulteriormente il proprio montante contributivo.
Per la cronaca, il montante contributivo è la somma di tutti i contributi versati durante la propria carriera lavorativa, e consiste non solo in contributi effettivi (cioè davvero versati dal datore di lavoro) ma anche in figurativi (cioè spettanti in caso di disoccupazione, malattia o altro).
Nella proposta presentata recentemente, si punta a dare ai neoassunti la possibilità di versare una quota più alta del proprio stipendio all?INPS.
In poche parole, di rendere accessibile fin da subito l'opzione del versamento volontario dei contributi.
Un'opzione che, oggi, è prevista solo se si maturano alcuni requisiti, come ad esempio la maturazione di tot anni di contributi.
Con questa proposta, invece, anche chi ha iniziato da poco a lavorare potrebbe fin da subito arricchire il proprio montante contributivo.
In questo modo, alla fine della carriera, il lavoratore si ritroverebbe con un cumulo di contributi molto più alto di quello che sarebbe venuto fuori con il solo versamento obbligatorio, garantendo così la maturazione di un assegno previdenziale decisamente più ricco.
Pensioni 2025, quanti contributi si potranno versare per aumentare l'assegno
Sempre Repubblica riferisce che i neoassunti potranno versare 2 punti in più di contributi all'INPS con questa nuova soluzione.
In pratica, chi vorrà aumentare il proprio assegno finale dovrà pagare ogni anno una quota IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) dell'11,19% (originariamente è del 9,19% quella a carico del lavoratore).
A conti fatti, significherebbe privarsi di diverse decine di euro al mese, e quindi di centinaia di euro all'anno.
Simulando uno stipendio annuo di 25mila euro, la quota IVS originaria sarebbe di quasi 2.300 euro l'anno. Con questa proposta, la quota salirebbe a circa 2.800 euro l'anno.
Va detto che questa soluzione ha comunque un vantaggio fiscale: la deduzione del 50% dell?importo aggiuntivo versato dai lavoratori.
Grazie alla deduzione previdenziale, metà della cifra destinata alla contribuzione pensionistica verrebbe sottratta dal reddito imponibile, riducendo così il carico fiscale annuo.
Nel caso sopramenzionato, invece di pagare circa 3.850 euro di IRPEF (al lordo di eventuali detrazioni o addizionali varie), si pagherebbe poco meno di 3.800 euro.
Pensioni 2025, quando conviene aumentare l'assegno con i contributi
Arricchire il proprio montante contributivo è ad oggi l'unica soluzione valida per non ritrovarsi in futuro con un assegno irrisorio.
Il problema è che come soluzione è altamente costosa per un lavoratore, visto che per recuperare anni di contributi mancanti tocca versare migliaia di euro.
Se la proposta sopramenzionata dovesse diventare realtà, il neoassunto potrebbe cominciare fin dall'inizio della sua carriera a costruirsi una pensione a prova di buchi contributivi o di tagli.
Evitando così di ritrovarsi alla fine col dover rimpinguare il montante con versamenti dell'ordine di decine di migliaia di euro.
Ciononostante, chi uscirà dal lavoro in futuro dovrà comunque fare attenzione al calcolo dell'assegno, e soprattutto all'applicazione di alcuni coefficienti.
Come quello di trasformazione, che nel corso degli ultimi anni non ha fatto altro che rendere gli assegni previdenziali dei futuri pensionati sempre più esigui.