Dopo diverso tempo, abbiamo la conferma della rivalutazione delle pensioni 2024.
Ma non dall'INPS, bensì dall'ISTAT, con la nota relativa al dato dell'inflazione annua del 2023.
Sarà ora possibile mettere la parola fine alla questione relativa ad ulteriori aumenti sulle pensioni di quest'anno.
Ricordiamo però che la rivalutazione, come negli scorsi anni, sarà ponderata a seconda del reddito percepito come trattamento pensionistico. Sopra un certo numero, la rivalutazione sarà ridotta.
Vediamo quindi quali sono gli importi definitivi di quest'anno, e anche in rapporto al proprio assegno previdenziale.
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Pensioni 2024, confermati gli importi definitivi della rivalutazione
A riferimento del recente comunicato ISTAT sull'inflazione annua del 2023, si conferma che il dato non è del 5,4% come stabilito provvisoriamente dal Ministero, bensì il 5,7%.
Come accaduto nel 2023, tra la perequazione transitoria e definitiva si presenta un differenziale tale che inevitabilmente si dovrà provvedere a un conguaglio sull'assegno previdenziale.
Ricordiamo infatti che nel 2023 l'indice di rivalutazione era al 1° gennaio 2023 stimato sul 7,3%, mentre tra gennaio e febbraio 2023 venne confermato dall'ISTAT un'inflazione annua all'8,1%.
Questo ricalcolo ha portato così al varo del decreto ministeriale del 20 novembre scorso, che ha richiesto l'aggiunta dello 0,8% sulle pensioni in forma di conguaglio.
Al momento, come precisa il Messaggio 21/2024 dell'INPS, si conferma per il 2024:
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per le pensioni a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, la rata mensile minima di 598,61 euro (7.781,93 euro all'anno),
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per le pensioni sociali, la rata di 534,41 euro (6.947,33 euro all'anno).
Ma per quanto riguarda la pensione per gli over 75, come previsto dalla Manovra 2023 (legge 197 del 29 dicembre 2022), si conferma l'aumento extra del 2,7% (l'anno prima era al 6,4%).
L'assegno in questo caso arriverà a 614,77 euro.
In linea teorica, con l'aggiunta dello 0,3%, le pensioni dovrebbero arrivare:
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per quelle di vecchiaia, da 598,61 euro a 600,31 euro,
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per quelle sociali, da 534,41 euro a 534,84 euro,
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per quelle over 75, da 614,77 euro a 616,51 euro.
Pensioni 2024, a quanto ammonta l'assegno
Prima abbiamo visto a quanto ammontano le pensioni di vecchiaia minime e l'assegno sociale, oltre a quella con l'applicazione della maggiorazione over 75.
Andando però a vedere tutti gli importi previsti secondo la perequazione del 2024, si andrebbe dal 5,7% assicurato per tutti i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo INPS (2.271,76 euro).
In tal caso, ogni 1000 euro di pensione sarebbero 57 euro in più, 3 euro in più rispetto alla provvisoria.
Oltre i 2.271 euro, però, scatta la ponderazione con i seguenti indici indicati nel Messaggio 1/2024 INPS:
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85% tra 4 e 5 volte il trattamento (ovvero tra 2.271,77 e 2.839,70 euro al mese);
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53% tra 5 e 6 volte il trattamento (ovvero tra 2.839,71 e 3.407,64 euro al mese);
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47% tra 6 e 8 volte il trattamento (ovvero tra 3.407,65 e 4.543,52 euro al mese);
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37% tra 8 e 10 volte il trattamento (ovvero tra 4.543,53 e 5.679,40 euro al mese);
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22% oltre le 10 volte il trattamento (ovvero oltre 5.679,40 euro al mese).
Di conseguenza:
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fino a 2.839,70 euro, l'aumento massimo sarebbe di 4,845% (+137,58 euro),
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fino a 3.407,64 euro, l'aumento massimo sarebbe di 3,021% (+102,94 euro),
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fino a 4.543,52 euro, l'aumento massimo sarebbe di 2,679% (+121,72 euro),
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fino a 5.679,40 euro, l'aumento massimo sarebbe di 2,109% (+119,77 euro),
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oltre a 5.679,40 euro, l'aumento massimo sarebbe di 1,254% (+71,21 euro).
Pensioni 2024, quando arriverà il conguaglio
Come già accennato, per le pensioni 2024 le sorprese sono finite, almeno per quanto riguarda la perequazione annuale.
Con la conferma dall'ISTAT di un'inflazione leggermente superiore di 0,3% rispetto a quanto varato dal MEF e dall'INPS, il Ministero dovrà provvedere al conguaglio entro fine anno della parte non calcolata sull'assegno.
In genere l'erogazione della parte mancante avviene con la prima rata dell'anno nuovo, ovvero quella di gennaio, ma l'ultima volta ha fatto ben sperare di averlo come anticipo nella rata di dicembre.
Ricordiamo infatti che, nella legge di conversione del decreto Anticipi, il Governo ha provveduto a mettere l'aumento direttamente sulla rata di dicembre 2023, invece di attendere il mese di gennaio.
Anche se si tratta di un aumento risicato (non arriva a due euro la differenza nei trattamenti base), è chiaro che in molti preferiranno avere il conguaglio entro l'anno, invece di averli inglobati con la perequazione del 2024.