Sono tre le strade che si possono "percorrere" per andare in pensione anticipata nel 2025.
Tre opzioni che permettono addirittura di ritirarsi a 59 anni, praticamente 8 anni prima rispetto a quanto previsto dalla Pensione di Vecchiaia della Legge Fornero.
A patto però di rispettare tutti i requisiti previsti, e di rientrare anche nelle categorie sociali prescritte.
Vediamo come andare in pensione a 59 anni, e quali sono i requisiti.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Tutto e di Piu'.
Pensione anticipata a 59 anni, le tre strade per ritirarsi prima nel 2025
Ritirarsi prima dei 59 anni nel 2025 è possibile soltanto se si aderisce a queste uscite:
Partendo da Opzione Donna, l'uscita anticipata per le lavoratrici dipendenti e autonome, per uscire a 59 anni la lavoratrice dovrà maturare almeno 35 anni di contributi (non figurativi) e avere 2 figli a carico. In assenza di figli, il requisito anagrafico passerà automaticamente a 61 anni.
Ma attenzione. Con le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, potranno aderire a Opzione Donna solo le lavoratrici caregiver, affette da invalidità al 74% (o superiore), licenziate o impiegate presso un'azienda in crisi.
Nel caso della Pensione Anticipata, invece, non esiste alcun'età di uscita. Basta solo maturare:
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41 anni e 10 mesi di contribuzione, se lavoratrice;
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42 anni e 10 mesi di contribuzione, se lavoratore.
Praticamente, se si inizia a lavoratore a 17 anni, sarà possibile andare in pensione anticipata con quest'opzione direttamente a 59 anni.
Per quanto riguarda invece Quota 41, il requisito è di 41 anni contributivi, di cui però 12 mesi maturati prima di compiere 19 anni.
Alla stregua di Opzione Donna, potranno aderirvi solo i lavoratori disoccupati, caregiver, invalidi al 74% (o oltre) o addetti alle mansioni gravose, secondo quanto previsto dall'INPS.
Pensione anticipata a 59 anni, gli importi previsti nel 2025
Andare in pensione a 59 anni significa (purtroppo) dover accettare un assegno previdenziale abbastanza contenuto, soprattutto nel caso in cui si aderisca a Opzione Donna.
Proprio quest'opzione previdenziale prevede il calcolo totalmente contributivo, anche per quegli anni che rientano a pieno diritto nel periodo retributivo (pre-1996).
A titolo d'esempio, se una lavoratrice con ultimo stipendio mensile di 2.500 euro lordi si ritirasse a 59 anni con 35 anni di contributi, maturerebbe all'incirca un assegno da 1.400 euro lordi. Contro i 1.500 previsti con il modello misto.
Diverso è il caso dei lavoratori che aderiscono alla Pensione Anticipata o a Quota 41. In entrambi i casi, i contributi pre-1996 verranno calcolati col modello retributivo.
Partendo dalla situazione precedente, si avrebbe così un assegno tra 1900 e 1.960 euro lordi. A conti fatti, 600 euro in meno rispetto all'ultimo stipendio percepito.
Pensione anticipata a 59 anni, ma conviene davvero?
Vedendo i casi sopra, andare in pensione anticipata a 59 anni conviene soltanto a chi ha parecchi anni di contribuzione alle spalle.
E soprattutto a chi ha maturato nel corso degli anni un montante contributivo molto consistente.
Uscire a 59 anni comporta infatti l'applicazione sul montante contributivo di un coefficiente di trasformazione molto penalizzante.
Addirittura, se si esce quest'anno, l'INPS applicherà un coefficiente più basso rispetto a quello previsto nel 2024: 4,419%, contro il 4,493% dell'anno prima.
In termini di assegno, riprendendo l'esempio precedente, se si fosse usciti l'anno prima avremmo per le tre strade previdenziali sopramenzionate i seguenti importi:
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Opzione Donna: 1.430 euro.
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Quota 41 e Pensione Anticipata: dai 1930 ai 1990 euro.
In poche parole, uscendo quest'anno a 59 anni, si rischierebbe di perdere 30 euro al mese, ovvero 290 euro in un anno.