Diverse uscite anticipatorie non prevedono solo la contribuzione figurativa, ma anche quella effettiva, che è completamente diversa dalla prima.
Talmente diversa che negli ultimi anni molti lavoratori hanno dovuto abbandonare l'idea di ritirarsi prima, perché non erano riusciti durante la propria carriera ad accumulare abbastanza anni di contribuzione effettiva.
Per fortuna dalla Corte di Cassazione arrivano due sentenze che ribaltano completamente questo obbligo, anche se solo per alcuni casi.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di MiaPensione.
Pensioni anticipate, novità dalla Corte di Cassazione per i lavoratori
Stando alle due sentenze della Suprema Corte (la n. 24916/2024 e la n. 24952/2024), teoricamente da oggi un lavoratore non ha più necessità di raggiungere il requisito obbligatorio dei 35 anni di contribuzione effettiva.
Spieghiamo meglio. Ad oggi ci sono alcune pensioni che prevedono un requisito molto stringente, ovvero quello dei 35 anni di contributi effettivi.
Si tratta di un vero e proprio requisito "scoglio", perché se siamo fuori anche solo di pochi mesi, o addirittura di poche settimane, non potremo accedere al trattamento previdenziale anticipato.
Tale requisito però sembra non essere più previsto.
E questo perché, stando all'interpretazione dei Giudici della Cassazione, l?esclusione della contribuzione figurativa nel requisito dei 35 anni contributivi non è giustificata e porterebbe a un?applicazione restrittiva e iniqua della normativa.
Infatti, data l?ampiezza della contribuzione richiesta, includere quella figurativa sarebbe anzi più coerente con quanto stabilito dalla Riforma delle Pensioni Fornero.
Pensioni anticipate, quali uscite prevedono 35 anni di contributi
Sostanzialmente tutte le pensioni anticipate prevedono 35 anni di contributi, anche se la tipologia di contribuzione cambia a seconda dell'uscita a cui vogliamo accedere.
Ad esempio, Opzione Donna prevede 35 anni di contributi effettivi, anche perché con quelli verrà calcolato l'assegno finale attraverso il modello contributivo. E così anche Quota 97,6 e successive: tutte con la soglia minima di 35 anni.
Diverso è il caso della Pensione Anticipata Fornero, oggetto della vicenda giudiziaria. In realtà il requisito contributivo è di 41-42 anni e 10 mesi di contributi (se lavoratrice o lavoratore), ma la normativa prevede appunto una base "effettiva" di 35 anni.
Invece, il resto della contribuzione può essere completamente figurativo, purché non intacchi anche solo di una settimana i 35 anni di contribuzione effettiva.
Per quanto possa sembrare estremo il dover raggiungere ben 35 anni di contributi da lavoro effettivo, è bene precisare che Quota 41 lavoratori precoci ne richiede ben 41 di contribuzione effettiva.
E molto probabilmente avrà questo requisito anche la versione light di Quota 41, che alcuni nella maggioranza del Governo vorrebbero lanciare già a partire dal 2025.
Pensioni anticipate, cosa cambia da oggi per i lavoratori
Nonostante la buona notizia della Cassazione, bisogna ancora vedere come verranno recepite le due sentenze della Suprema Corte dai giudici di appello e come l?INPS si adatterà a questa nuova interpretazione
Per i lavoratori, però, queste sentenze potrebbero essere utili in futuro per ribadire il proprio diritto a uscire dal lavoro con requisiti meno stringenti.
Va detto che ad oggi è possibile uscire anche con meno di 35 anni di contributi, effettivi o non: è il caso di Quota 84, o anche della stessa Pensione di Vecchiaia.
Tra le due, però, quella più penalizzante è Quota 84.
Oltre a vietare l'accesso a chi ha contributi dapprima del 1 gennaio 1996 e a chi non ha maturato un assegno sopra una certa soglia minima (dai 2,6 a 3 volte il trattamento minimo), Quota 84 applica sull'assegno finale il calcolo penalizzante del modello contributivo.
Di contro, la Pensione di Vecchiaia chiede solo 20 anni di contributi, e prevede il calcolo misto-retributivo per chi ha contributi prima del 1996. Ovviamente, si parla di contributi effettivi, almeno per i lavoratori "retributivi".