Risultati migliori del consensus
Seduta brillante per Unicredit che sale sui massimi dal 2011. Il titolo ha approfittato degli ottimi risultati del primo trimestre comunicati ieri dopo la chiusura del mercato. Il margine di interesse si è attestato a 3,578 miliardi di euro, in rialzo dell'8,5% a/a e sopra il consensus 3,507 miliardi.
I ricavi totali sono stati pari a 6,371 miliardi, +7,4% a/a e sopra il consensus a 5,95 miliardi.
I costi operativi sono lievemente scesi a 2,306 miliardi, -0,7% a/a meglio del consensus fissato a 2,336 miliardi. Margine operativo lordo in crescita a 4,065 miliardi, +12,7% a/a e ben sopra i 3,617 miliardi del consensus.
Le rettifiche su crediti sono salite a 103 milioni (+5,5%) restando però ben lontane dai 166 milioni del consensus.
Il margine operativo netto è salito del 12,9% a 3,962 miliardi (consensus 3,433) e l'utile netto del 23,9% a 2,588 miliardi (consensus 2,126). L'indice di solidità patrimoniale CET1 Ratio sale al 16,23% dal 16,05% di un anno fa e dal 15,89% di fine 2023, contro il consensus a 16,00%.
Crescono le attese sui profitti 2024
Una batteria di dati tutti migliori delle attese, quindi.
Ma non solo: il management anche rivisto al rialzo la guidance 2024 per l'utile netto che sale a oltre 8,5 miliardi di euro da circa 8,6 miliardi contro un consensus pari a 8,535 miliardi. Da sottolineare anche che le distribuzioni totali a valere sull’utile netto del 2024 sono aumentate a in linea con le distribuzioni relative al 2023 (100% dell'utile netto contro la precedente guidance di 90%), con payout del dividendo invariato al 40% dell’utile netto e la parte restante nella forma di riacquisto di azioni proprie.
La distribuzione tramite acconto (sia su dividendo che su buyback) è fissata al 40%. Prevista un distribuzione nell’anno solare 2024 circa 10 miliardi.
Capitale in eccesso distribuito entro il 2027 a meno di acquisizioni
Infine Unicredit intende impiegare o distribuire agli azionisti il suo capitale in eccesso al più tardi entro il 2027 a meno che non "dovesse essere utilizzato per opportunità di crescita inorganica, che sarebbero intraprese secondo criteri stringenti": in tal caso "il livello delle distribuzioni annuali nel periodo FY25-FY26 dipenderebbe dal rendimento delle acquisizioni, che dovrebbero presentare rendimenti post sinergie vantaggiosi rispetto a quello derivante dal riacquisto di azioni proprie".