Obbligazioni a lungo termine: chi le detiene in portafoglio, direttamente, non sempre si accorge delle variazioni di prezzo durante il corso della vita del titolo. Invece, le oscillazioni ci sono eccome e possono essere anche di entità non trascurabile.
Finisce per rendersene conto il risparmiatore che, per qualche motivo, è costretto a smobilizzare l’investimento prima del tempo: in quel caso, possono essere dolori.
In generale, però, come sarebbe meglio comportarsi con questa tipologia di titoli? Oggi, è più vicino alla realtà considerarli un rischio o una opportunità?
Obbligazioni a lungo termine: tasso fisso boomerang?
Gli ultimi dodici mesi (anzi, anche qualcosina di più), per i possessori di titoli a reddito fisso, sono stati tutto fuorché entusiasmanti.
La rapida crescita dell’inflazione che ha portato alla modifica della politica monetaria delle Banche Centrali con l’innalzamento in maniera sostanziosa dei tassi di interesse, ha mandato in tilt (in negativo) le performance di fondi e titoli detenuti dai risparmiatori.
Chi detiene quote di fondi di investimento esposti su questa tipologia di titoli, si è accorto della progressiva perdita di valore delle stesse, con minusvalenze (reali o virtuali) a doppia cifra.
Si tratta di un andamento logico, nel senso che, quando i tassi di mercato salgono, il prezzo dei titoli a tasso fisso già in essere precedentemente, scendono. Due, però sono le osservazioni: per il risparmiatore italiano, è spesso difficile associare la parola “perdita di valore” con “obbligazione o titolo del reddito fisso”.
In seconda battuta, tutta la vicenda è avvenuta in maniera così repentina da non riuscire a rendersene conto se non a cose già fatte.
Certo che, azioni in discesa, titoli in discesa, portafogli in discesa: ecco, il 2022, non sarà ricordato proprio come uno degli anni migliori.
Preso atto della situazione presente, occorre però porsi un quesito: cosa fare ora? Ovviamente le posizioni sono differenti: c’è chi ha già in “pancia” questo tipo di investimenti e chi, invece, ne valuta la fattibilità in ottica futura.
Posizioni differenti, modalità di comportamento diverse.
Obbligazioni: sì, in un’ottica di medio/lungo periodo
Stante l’attuale congiuntura economica, è difficile prevedere se e quando si assisterà ad una nuova inversione di tendenza a livello di tassi di mercato.
La crisi energetica, il costo delle materie prime alle stelle, le tensioni mondiali in corso, non lasciano presagire un rapido ritorno alla normalità per ciò che concerne l’andamento dei consumi.
L’inflazione continuerà ad essere l’osservata speciale sino a quando non sarà messa definitivamente sotto controllo e si potrà ricominciare a parlare di sviluppo e crescita economica.
Solo da quel momento in poi, le Banche Centrali potranno, eventualmente, muoversi in senso opposto rispetto a ciò che stanno facendo ora.
Fatte queste debite premesse risulta evidente come, se scelgo oggi di investire in titoli a reddito fisso (o in fondi che privilegiano tale tipologia di obbligazioni), lo devo fare con una ottica di lungo periodo.
Nel breve, infatti, potremmo ancora assistere a movimenti dei corsi dei titoli in discesa, con ulteriore perdita di valore dell’investimento.
Chi detiene in portafoglio titoli e fondi, invece, deve porsi alcune domande fondamentali: sono cambiate le esigenze personali? Sono mutate le condizioni e le risorse? Gli obiettivi e le tempistiche per raggiungerli sono sempre i medesimi? La percezione del rischio è variata? Dalle risposte a questi quesiti, passa la linea operativa da intraprendere essendo consapevoli del fatto che, come disse Pessoa: “Ogni cosa a suo tempo, ha il suo tempo”.
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