Dopo un periodo di forte crescita negli ultimi due trimestri, l'ultima parte dell'anno potrebbe portare qualche sorpresa per quanto riguarda il cambio EUR-USD. Tra aprile e settembre, l'euro si è rafforzato rispetto al dollaro, salendo da 1,06 a 1,12.
Il parere degli esperti
Secondo gli economisti di T. Rowe Price, ciò è dovuto a vari fattori, tra cui il rallentamento dell'economia statunitense. Il mercato del lavoro negli USA ha infatti mostrato segni di raffreddamento e il prezzo del petrolio è calato significativamente. Questi fattori hanno spinto la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse di 50 punti base a settembre, alimentando le previsioni di ulteriori tagli fino alla fine del 2025.
Mentre gli analisti di J. Safra Sarasin, hanno osservato che il tasso di cambio EUR-USD si è allineato con il rendimento dei Treasury statunitensi a 10 anni, che sono scesi drasticamente negli ultimi mesi, dando nuovo slancio all'euro. Tuttavia, l'andamento futuro dell'euro dipenderà dalle politiche della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea.
Banche Centrali ed Elezioni USA
Sebbene entrambe le banche centrali abbiano avviato il loro ciclo di allentamento monetario, la velocità e l'intensità con cui proseguiranno rimangono incerte. Il mercato si aspetta che la Federal Reserve adotti un approccio più aggressivo nella riduzione dei tassi, il che potrebbe portare a un rafforzamento dell'euro.
Il prossimo Presidente degli Stati Uniti potrebbe influenzare significativamente il valore del dollaro. Le politiche di Donald Trump, ad esempio, prevedono un aumento dei dazi e una diminuzione delle tasse, il che potrebbe portare ad un aumento dell’inflazione e di conseguenza ad un rafforzamento del dollaro. Se Trump sarà rieletto, gli esperti prevedono che il cambio euro/dollaro si stabilizzerà a 1,05, mentre in caso di vittoria di Harris, il cambio potrebbe raggiungere 1,15.
Le stime future
Il cambio EUR-USD è considerato sopravvalutato dagli analisti di Forex.com, secondo cui, la debolezza del dollaro è dovuta in gran parte all'apprezzamento dello yen giapponese rispetto al dollaro, che ha sostenuto l'EUR-USD. Gli analisti di Commerzbank, ING e BofA prevedono che l'euro si stabilizzerà a 1,11-1,12 dollari entro la fine dell'anno. Un euro più forte potrebbe danneggiare le esportazioni delle principali industrie europee, in particolare l'industria automobilistica. Tuttavia, un euro più forte aumenterebbe anche il reddito disponibile dei consumatori. In questo scenario, gli investitori dovrebbero puntare su aziende europee orientate al mercato interno e focalizzate sui consumatori.
(Redazione)