Italia in attesa del giudizio Moody's: tra stabilità e rischio 'junk'

Oggi, venerdì 17 novembre, è una giornata cruciale per l'Italia, che attende con trepidazione il rating dell'agenzia americana Moody's. Il giudizio potrebbe essere in linea con quello delle altre agenzie, delineando uno scenario complesso ma stabile. Tuttavia, l'Italia affronta questo momento con un outlook negativo e un attuale rating Baa3, leggermente superiore alla soglia dell'investment grade. Se dovesse diminuire, entrerebbe nel cosiddetto livello "junk", o "spazzatura". Il governo Meloni si avvicina a questa valutazione con un bilancio cauto, con particolare attenzione a evitare che alcune voci di spesa significative, come le pensioni, possano impattare sui conti. Nel caso di un declassamento, la decisione di Moody's avrebbe implicazioni sia politiche che finanziarie. 

Barclays illustra gli effetti potenziali di una riduzione del rating: se il rating dell'Italia scendesse sotto l'investment grade, lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi, attualmente intorno a 175, potrebbe raggiungere i 250 punti base. In ogni caso, anche se Moody's decidesse di confermare il rating dell’Italia, Barclays evidenzia che il Paese avrebbe uno spazio di manovra limitato, rendendolo vulnerabile agli shock e alle variazioni dell'umore degli investitori. Le precedenti valutazioni effettuate da S&P, Dbrs e Fitch hanno mantenuto invariati sia il rating che l'outlook del debito sovrano italiano, nonostante i segnali di rallentamento economico. 

S&P, Dbrs e Fitch hanno confermato il loro giudizio, rispettivamente con prospettive stabili per S&P e Fitch e trend stabile per Dbrs. Fitch ha inoltre sottolineato che l'attuale governo può contare su una maggioranza parlamentare più solida delle precedenti, nonostante le pressioni politiche per mantenere i propri impegni elettorali. 

(Redazione)