Investire in valuta: perchè si, perchè no
All'interno di una corretta pianificazione finanziaria, uno degli aspetti che spesso vengono dimenticati o sottovalutati, è quello relativo alla diversificazione in ambito valutario.
Siamo abituati a pensare, vivendo in area euro, e ad investire il nostro patrimonio nella valuta domestica.
In molti casi, in via assoluta, esclusiva e totalizzante.
Potrebbe sorgere immediato, un quesito: se l'economia ormai è globalizzata, perché dovrei investire in aree economiche differenti?
Nel caso, quali possono essere i benefici e i rischi?
Il beneficio principale è dato dalla frammentazione del rischio a livello valutario.
Abbiamo visto come, ad esempio, nel 2022, l'euro abbia vissuto momenti di tensione rispetto al dollaro.
Abbiamo anche notato come la sterlina inglese sia andata in grande difficoltà.
Questi due esempi mostrano come, pur in presenza di una economia globalizzata, si possono vivere situazioni differenti a seconda della fase economica politica e sociale che sta vivendo l'area interessata.
Investire in valuta: quali sono i benefici?
Come accennato, quindi, il primo beneficio riguarda l'attenuazione del rischio globale di portafoglio attraverso la diversificazione.
Un'altra peculiarità a favore può essere rappresentata dalla rivalutazione che la valuta prescelta può raggiungere nei confronti dell'euro.
In questo caso, per l'investitore può configurarsi la possibilità di un guadagno superiore rispetto anche a quello nominalmente previsto dal titolo.
Se ad esempio si acquistano bond in dollari, tutte le operazioni ad essi collegate, saranno convertite in dollari in base al rapporto di cambio con l'euro.
Acquisto, vendita, stacco cedole, rimborso, sono tutte fasi che possono determinare, per l'investitore, un possibile ed ulteriore gain rispetto oltre al flusso cedolare o all'incremento di valore del titolo.
Ovviamente, c'è anche il lato opposto della medaglia, ovvero il rischio di cambio che comporti un effetto negativo sul portafoglio.
Investimenti in valuta: quali rischi si corrono?
Di cosa si parla quando ci si riferisce al rischio di cambio?
Tale terminologia identifica la possibilità che il risparmiatore, anziché trarre profitto dal proprio investimento , possa incorrere in perdite legate alla oscillazione negativa del rapporto tra la valuta scelta e l'euro.
Per questo motivo, la diversificazione valutaria deve essere fatta con criterio ed intelligenza.
Se si decide di puntare sulla stabilità e sulla pura diversificazione, dollaro americano e franco svizzero, rappresentano di certo le prime scelte.
La sterlina inglese come altre valute simili, presentano invece un grado di rischio più elevato.
Se poi si scelgono mercati valutari più periferici e meno solidi occorre farlo con cognizione di causa, sapendo che, a fronte di rendimenti potenzialmente superiori, si potrà andrà incontro a perdite più elevate.