Investimenti: e se i tassi salissero ancora?
Ciò che veniva dato quasi per scontato fino a qualche settimana fa, inizia ad essere messo in dubbio.
Le aspettative, infatti, erano focalizzate sulla fine della fase restrittiva da parte di Fed e Bce a cavallo tra il primo e il secondo semestre 2023.
Le ultime valutazioni, invece, spostano questo tipo di discorso dopo l’estate con la possibilità che, a settembre, non vi siano ulteriori rialzi.
Per quanto riguarda l’Europa, molto, se non tutto, dipenderà dal comportamento della Fed.
E qui, i pareri si fanno discordanti in quanto diverse voci autorevoli in materia, ipotizzano un livello di tassi americani uguale o superiore al 6% nei prossimi mesi (il che vorrebbe dire nuovi incrementi in una o più soluzioni).
A questo punto, occorre anche pensare allo scenario meno favorevole, ovvero alla possibilità che la fase inflazionistica duri più del previsto e che i tassi, anziché essere arrivati al capolinea della fase ascensionale, possano invece salire ancora.
Investimenti: la strategia da mettere in atto
Premesso che le previsioni sono e rimangono tali, occorre in ogni caso cercare di adottare la strategia migliore al fine di rimanere in sella e sfruttare comunque le opportunità che ci vengono prospettate.
Intanto, è fondamentale fare una rivisitazione della propria pianificazione finanziaria e dell’asset allocation attuale, al fine di comprendere se, dopo quanto accaduto negli ultimi 12/15 mesi, si sia ancora in linea con gli obiettivi prefissati oppure se occorra modificare il percorso in corso d’opera.
Quali possono essere gli strumenti finanziari da considerare?
Dopo averne valutato la compatibilità, i Btp di ultima generazione, indicizzati all’inflazione, costituiscono una opzione da valutare attentamente.
Senza entrare nei dettagli del singolo portafoglio, si può comunque affermare che può essere opportuno rimanere su scadenze a media gittata.
Questo modus operandi, da un lato consente di rimanere agganciati alla realtà ottenendo rendimenti interessanti e, dall’altra, di non risentire particolarmente di eventuali cambi di politica monetaria.
Investimenti: non solo Btp
Non solo Btp comunque.
Gli strumenti sono diversi e differenti sono le peculiarità, pur rimanendo nell’ambito delle analogie che ci possono essere.
Ad esempio, gli etf, costituiscono una alternativa valida e a costo ridotto, consentendo inoltre di diluire il rischio in quanto viene frazionato l’investimento su più emittenti e titoli.
Non ci si deve inoltre scordare che, in periodi di tassi più elevati come quello attuale, il differenziale tra rischio/rendimento obbligazionario e rischio/rendimento azionario tende a diventare meno ampio.
Volendo ampliare l’orizzonte al lungo periodo, invece, l’azionario rimane sicuramente la soluzione migliore per ottenere rendimenti interessanti.
In quest’ottica, una diversificazione tra mercati e settori e, soprattutto, una ripartizione dell’investimento in periodi diversi (tramite pac o simili) può costituire un valore aggiunto in grado di apportare benefici al risparmiatore.