Inflazione in aumento secondo verbali Bce

Nel meeting del Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) del 13-14 settembre, è emerso che le prospettive di crescita per l'Eurozona e gli Stati Uniti continuano a divergere, ampliando il divario tra i rendimenti nominali e reali delle due economie e causando una deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro.
Nonostante si preveda un rallentamento dell'espansione economica in Europa, le aspettative di inflazione nel medio e lungo termine sono state rafforzate. I dati recenti hanno confermato le previsioni del Consiglio direttivo riguardo alle prospettive dei prezzi, anche se la maggior parte delle misure di inflazione di base ha iniziato a diminuire.

È evidente, tuttavia, che la politica monetaria sta avendo un impatto positivo sulle condizioni finanziarie più ampie e sull'economia reale. Secondo i verbali del meeting, "il rallentamento economico a partire dalla metà del 2022 è destinato a continuare nel breve termine e il livello del Pil è previsto essere notevolmente inferiore rispetto alle previsioni precedenti".
Durante il meeting, il costo del denaro è stato aumentato di 25 punti base al 4,50% (con i tassi sui depositi al 4,00%), dopo gli aumenti dello stesso ammontare avvenuti a maggio, giugno e luglio. I membri del Consiglio hanno sottolineato che una pausa nella stretta monetaria il mese scorso avrebbe potuto generare speculazioni sulla fine del ciclo di rialzo dei tassi, aumentando il rischio di un aumento dell'inflazione.

Inoltre, secondo la Bce, una successiva fase di stretta monetaria sarebbe necessaria, con possibili conseguenze negative per i mercati immobiliari e per la stabilità finanziaria in generale.

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