Il Governo valuta la privatizzazione di Poste Italiane dopo la cessione di MPS.

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 08/12/2023 15:33

Il Governo valuta la privatizzazione di Poste Italiane dopo la cessione di MPS.

Il governo Meloni ha pianificato una serie di privatizzazioni che hanno avuto un impatto significativo su Piazza Affari. Dopo la celere cessione di una quota di Banca Monte Paschi Siena, ora si sta valutando la possibilità di agire in maniera simile con Poste Italiane. Tuttavia, questa notizia non è stata accolta positivamente dal mercato, con il prezzo delle azioni che ha subito una diminuzione. 

Gli analisti di Intermonte (punto di riferimento per le PMI italiane) ritengono che, a differenza della cessione di Mps, l'inclusione di investitori al dettaglio sarebbe necessaria per la privatizzazione di Poste Italiane. Al momento, l'11% del capitale di Poste Italiane è detenuto da investitori retail, molti dei quali hanno partecipato alla prima fase di privatizzazione nel 2015. 

Gli analisti prevedono che la transazione potrebbe avvenire attraverso un'offerta pubblica di vendita, ma è improbabile che il Ministero dell'Economia ceda completamente la propria quota in Poste Italiane (29,36%), rinunciando così all'intero flusso annuo di dividendi (250 milioni di euro previsti per il 2022). Gli analisti suggeriscono che il Ministero potrebbe decidere di vendere una quota significativa, ma mantenendo circa il 10%. Questo, combinato con il 35% attualmente detenuto da Cdp, garantirebbe comunque un controllo governativo sulla governance aziendale. 

La vendita di una quota di Poste Italiane potrebbe essere una delle prime operazioni di privatizzazione del 2024. Una delle opzioni considerate è quella di far coincidere la vendita con la presentazione del nuovo piano industriale della società, previsto per il 20 marzo 2024. La vendita della quota del 29,26% del Ministero ai valori attuali di mercato porterebbe a un incasso di 3,8 miliardi di euro, ossia un quinto dell'obiettivo di privatizzazioni stabilito dal governo Meloni per i prossimi tre anni. 

Tuttavia, Intermonte suggerisce che il Ministero potrebbe decidere di vendere una quota significativa, mantenendo circa il 10% di partecipazione, dato che Poste Italiane detiene attualmente la maggior parte del debito pubblico italiano. Infine, Intermonte concorda con l'ipotesi avanzata dal Sole 24 Ore, secondo cui la tempistica dell'offerta di vendita potrebbe coincidere con la presentazione del nuovo piano strategico di Poste Italiane nel 2024. Questo perché ci si aspetta che il nuovo piano preveda un incremento significativo della politica di dividendi per i prossimi anni, suscitando quindi un grande interesse tra gli investitori al dettaglio.

(Redazione)

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