Guerra in Medio Oriente: mercati tranquilli, per ora

18/10/2023 18:40

Guerra in Medio Oriente: mercati tranquilli, per ora

Guerra Hamas-Israele

L'attacco di Hamas a Israele ha innescato l'ovvia reazione di Tel Aviv, dando vita a un conflitto con gravi conseguenze anche sui civili. Si tratta di un'area da sempre sotto osservazione da parte degli esperti di geopolitica data la delicatezza del contesto.
É infatti il punto di contatto principale tra il mondo islamico e quello occidentale cristiano ed ebraico in quanto la capitale Gerusalemme è considerata città sacra dalle tre principali religioni monoteiste. Per il momento i mercati finanziari hanno reagito in modo tutto sommato composto ma un'escalation militare in questa zona potrebbe avere conseguente difficili da gestire.

Cerchiamo di capire il perché.

Le conseguenze sul prezzo del petrolio

Il principale elemento di preoccupazione è ovviamente il petrolio. Che però non viene estratto nella zona del conflitto. Come mai allora si temono fibrillazioni sul mercato del greggio? Il problema è il possibile coinvolgimento dell'Iran, ottavo produttore mondiale di petrolio con una quota del 4% (dati relativi al 2022 tratti dal sito dell'Energy Information Administration americana).

Se il conflitto rimanesse una questione privata tra Hamas e Israele le conseguenze sul petrolio sarebbero marginali. Ma qualora ci fosse un'escalation con il coinvolgimento di Hezbollah la situazione potrebbe precipitare.

Il ruolo di Hezbollah

Hezbollah è un partito-esercito islamista del confinante Libano, antioccidentale e nemico di Israele.
Hezbollah è intervenuto immediatamente a fianco di Hamas con de raid missilistici sulle basi militari situate nel Nord di Israele. Oggi migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Beirut per condannare l'attacco all'ospedale di Gaza: un esponente di Hezbollah ha dichiarato di essere pronto alla guerra.

Anche in questo caso il problema rimarrebbe limitato a una regione sostanzialmente priva di pozzi petroliferi. Purtroppo Hezbollah è spalleggiato dall'Iran. Oggi il presidente iraniano Ibrahim Raisi ha detto che gli USA sono complici nei crimini commessi da Israele a Gaza.

Tensioni USA-Iran

Eccoci quindi arrivati al punto dolente: l'ipotesi di sanzioni americane contro Tehran, che a sua volta potrebbe reagire con un embargo delle esportazioni di petrolio verso gli USA e i Paesi a essi vicini.

Secondo alcuni analisti il blocco delle esportazioni iraniane potrebbe far sparire tra 1 e 2 milioni di barili di petrolio dal mercato quasi istantaneamente. In base ai dati della International Energy Agency a settembre la produzione mondiale era di 101,6 milioni di barili al giorno. Uno shock di questo tipo potrebbe spingere il prezzo del petrolio verso area 100 dollari/barile, con conseguente facilmente immaginabili su inflazione, tassi e mercati azionari.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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