Barclays rivede al ribasso le stime di Gucci
Barclays oggi ha pubblicato un report dal quale emerge il perdurare delle difficoltà del marchio Gucci. La storica casa fiorentina attiva nell'alta moda e degli articoli di lusso oggi marchio di punta del colosso francese Kering nel primo trimestre del 2024 ha accusato un declino delle vendite pari al 18% a/a a 2,08 miliardi di euro (-10% per il gruppo a 4,5 miliardi).
La situazione non sembra destinata a cambiare nel resto dell'anno, anzi: gli analisti della banca britannica hanno rivisto al ribasso le stime per i prossimi trimestri.
Nel secondo Gucci dovrebbe registrare un calo dei ricavi del 19% contro il -7% previsto in precedenza, nel terzo -10% da +2% e nel quarto -2% da +4%.
Il complessivo 2024 indica un calo delle vendite del 12% contro il -6% della precedente stima. Ancora peggiori le prospettive per quanto riguarda la redditività.
Il margine dell'EBIT sui ricavi atteso per il 2024 è ora pari al 24% contro il 29% precedente, per il 2025 al 24,5% contro 29,5%, per il 2026 al 26% contro 31%.
L'analisi delle difficoltà di Gucci
Ma qual è il problema di Gucci, uno dei brand più solidi al mondo fino a qualche tempo fa? Se ci concentriamo sugli aspetti tangibili la risposta, secondo Barclays sta nella mancanza di visibilità sul business in quanto è ancora poco chiaro a questo stadio se le nuove collezioni e il riposizionamento del marchio incontreranno il consenso dei consumatori.
In un'ottica di più ampio respiro che prende in considerazione le tendenze del mercato del lusso possiamo invece osservare che (oltretutto con il conforto delle parole del management di Kering), in un settore caratterizzato da un'elevata polarizzazione, Gucci si trova a non essere né carne né pesce in quanto non è abbastanza di fascia alta e nemmeno abbastanza "aspirational", ovvero il segmento dei consumatori abbastanza giovani, non ricchi ma con buoni introiti e che puntano a migliorare il loro standard di vita.
Il difficile riposizionamento del brand, anche per Ferragamo è dura
Come fare per migliorare il posizionamento di mercato di Gucci? Risposta difficilissima da dare, quasi impossibile: si tratta di un processo lungo e rischioso, se effettuato in modo violento gli effetti potrebbero essere molto lontani dall'obiettivo.
La situazione va gestita con estrema delicatezza ma con altrettanto estrema decisione. Curiosamente il momento che Gucci sta vivendo è molto simile a quello di un altro prestigioso produttore di beni di lusso di Firenze: Salvatore Ferragamo.
In via Tornabuoni da gennaio 2022 lavora l'a.d.
Marco Gobbetti, proveniente da Burberry dove ha guidato un completo turnaround del marchio che è ora capace di attrarre clientela giovane. In precedenza ha vissuto un'esperienza analoga nel marchio di lusso francese Céline. Gobbetti è un manager con ampie credenziali per risollevare Ferragamo ma al momento i risultati non arrivano.