Focus sul settore bancario Italia e USA

22/06/2023 19:00

Focus sul settore bancario Italia e USA

Banche Italia sotto i riflettori

Oggi i titoli del settore bancario italiano hanno perso terreno, circostanza che ha imposto all'indice FTSE Italia Banche il primo stop dopo quattro rialzi consecutivi. In particolare si è trattato del quinto ribasso giornaliero del mese di giugno, contro dieci rialzi.
Dal minimo di fine maggio l'indice è in progresso di quasi il 10%, quasi il doppio rispetto al +5,5% dell'EURO STOXX Banks.

Il processo di polarizzazione del settore

Si tratta di una performance nettamente migliore ed ha essenzialmente due spiegazioni.

In primo luogo lo scenario di riassetto del sistema bancario italiano. Il processo di polarizzazione in atto ormai da anni (e il cui ultimo capitolo è stata l'acquisizione di UBI Banca da parte di Intesa Sanpaolo) non è ancora concluso: in particolare resta da capire il destino di Banca MPS e se potrà contribuire a formare il cosiddetto terzo polo con Banco BPM e/o BPER Banca.

Ruolo chiave per MPS

Banca MPS è controllata dal Tesoro con circa il 64% ma la banca senese dovrà essere privatizzata entro il prossimo anno, in base agli accordi presi con Commissione Europea.

Al momento le trattative intavolate dal MEF sono fallite: in realtà si è trattato di un solo tavolo negoziale, ovvero quello aperto con Unicredit, ma il gruppo guidato da Andrea Orcel si è tirato indietro in quanto le condizioni dell'operazione non erano sufficientemente attraenti.

Unicredit in ottima forma

E proprio la performance di Unicredit costituisce l'altro elemento di sostegno all'indice FTSE Italia Banche.

Il titolo ha infatti guadagnato il 15% da fine maggio (+10% per l'altra "big" Intesa Sanpaolo) toccando i massimi da marzo 2016 sostenuto da alcune indicazioni fornite dell'a.d. riguardo le prospettive per il secondo semestre: i segnali sono in miglioramento rispetto a quanto possibile ipotizzare in precedenza.

In USA timori per irrigidimento requisiti capitale

Passando al di là dell'Atlantico la situazione appare più incerta.

I top manager delle banche americane sono infatti in fibrillazione per le proposte che le autorità del settore (in primis la Federal Reserve) intendono portare avanti riguardo i requisiti di capitale. Il timore maggiore è relativo alla possibilità di incremento del requisito sui ricavi extra-margine di interesse, come ad esempio quelli generati dalle commissioni sulle carte di credito o dall'investment banking.

Le lobby bancarie stanno facendo pressione sulle autorità affinché pongano un limite agli asset da sottoporre ai requisiti.

A loro avviso gli standard di capitale decisi dal Comitato di Basilea dopo la crisi del 2007-2009, cui la proposta USA si rifà, sovrastimano i rischi per le banche che presentano una quota elevata di ricavi da commissioni e si stanno adoperando per mitigare l'impatto della nuova regolamentazione.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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