Flat tax si, ma la soglia si abbassa

La flat tax in campagna elettorale

Le promesse si mantengono e l'esecutivo Meloni non intende sottrarsi alla regola. D'altro canto non farlo costituirebbe un autogol clamoroso visto che quello della flat tax per lavoratori autonomi e partite IVA è stato uno dei principali cavalli di battaglia dello schieramento di centrodestra uscito vittorioso dalle votazioni del 25 settembre.
In campagna elettorale l'intenzione dichiarata (soprattutto da Salvini) era di modificare il regime dei forfetari e portare l'aliquota del 15% dall'attuale soglia massima di 65 mila euro a 100 mila.

Rischi e opportunità della flat tax

L'operazione, sicuramente redditizia dal punto di vista del consenso, presenta però dei rischi.

Rischi che sono stati evidenziati nella relazione sull’evasione allegata alla Nadef, la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza. La presenza di una soglia può infatti "generare comportamenti anomali", ovvero la tendenza a dichiarare fino a poco prima della soglia e non dichiarare il reddito in eccesso.
Una riflessione: se si alza la soglia il contribuente potrebbe forse essere incoraggiato a incrementare il dichiarato approfittando della bassa aliquota per mettersi in regola. Ovviamente l'innalzamento della soglia farebbe perdere parte del gettito derivante da chi già dichiara più della soglia stessa.

Flat tax in Legge di Bilancio ma ridimensionata

Promessa mantenuta si, ma parzialmente.

Parlando a Radio 24 il sottosegretario all’Economia, il leghista Federico Freni, ha dichiarato che la soglie dei 100 mila euro fa parte di un programma di governo spalmato su 5 anni. La sensazione quindi è che la riforma del sistema di imposizione fiscale avverrà per gradi. E infatti, ha proseguito Freni, al momento alcune variabili macroeconomiche e la situazione congiunturale generale non permettono l'incremento della soglia voluto: ma nella Legge di Bilancio troveremo un aumento ad almeno 85 mila euro.