Tornano a Milano gli yacht di Ferretti.
Ieri la Consob ha approvazione il prospetto unico, oggi finisce l’IPO rivolta esclusivamente a istituzionali, ma dal 27 giugno le azioni dovrebbero tornare alle negoziazioni a Piazza Affari, su Euronext Milan.
In realtà le azioni della società di Cattolica sono quotate già ad Hong Kong dal 31 marzo 2022 e ora torneranno finalmente a contrattare anche a Milano.
Ferretti, un atteso ritorno a Piazza Affari
Finalmente perché l’amore per Piazza Affari dura da anni.
Ferretti si era già quotata presso Borsa Italiana a metà del 2000, ma già nel 2002 Permira l’aveva conquistata e delistata.
Pochi anni dopo, nel 2008 Ferretti aveva tentato un rientro a Milano, ma lo scoppio della crisi finanziaria globale aveva bloccato l’operazione.
Poi nel 2019 era arrivata a un passo, con l’approvazione da parte della Consob del prospetto di quotazione, ma poi i prezzi spuntati in fase di offerta non erano piaciuti e Ferretti aveva fatto un passo indietro.
Adesso ci riprova e dovrebbe essere la volta buona.
Ferretti, la proprietà, i manager
Ma chi è oggi Ferretti?
Ferretti è una società molto italiana di proprietà dello Stato cinese, con l’eccellenza del made in Italy alle spalle.
Il primo azionista è FIH con il 63,7% circa del capitale, ossia la società di Hong Kong Weichai Holding, controllata a sua volta da SHIG, una società della Shandong SASAC, l’ente che controlla per conto della Repubblica Popolare i colossi industriali di Stato, una sigla sentita in questi giorni di dibattito sul golden power applicato a Pirelli.
Weichai è l’azionista venditore e dovrebbe diluirsi con l’IPO dal 63,7 al 35% circa.
Ma quella di Ferretti è un’altra storia, almeno in parte.
Una foto a oggi mostra che sul mercato (quindi a Hong Kong) c’è il 28,5% del capitale circa, un altro 4,56% dovrebbe rimanere alla Kheope del consigliere Piero Ferrari, il figlio di Enzo e vicepresidente della società del Cavallino Rosso.
Il rimanente 3,2% è della Sig.ra Renjie Wang tramite la società di Hong Kong Sino-Leader Power Limited.
Anche l’amministratore delegato Alberto Galassi viene dal modenese ed è un avvocato e manager di fama (già presidente di Piaggio Aero Industries è passato dal consiglio di amministrazione del Manchester City e del Palermo Football Club).
Un management italiano cementato anche da rapporti di parentela, in quanto Galassi è genero di Ferrari (ha sposato sua figlia Antonella).
Ma il management è tutto d’eccellenza: il presidente Tan Xuguang è presidente di un colosso come Sinotruk ed è stato presidente di SHIG, la Shandon Heavy Industry Group – Weichai Group che nel 2012 mise 374 milioni di euro per comprare la società italiana degli yacht partecipando alla ristrutturazione del suo debito.
Il fondatore e allora presidente Norberto Ferretti disse: “Siamo molto orgogliosi di questo accordo con un partner prestigioso come SHIG-Gruppo Weichai. Siamo fermamente convinti che questa partnership porterà a risultati molto soddisfacenti e darà al nostro Gruppo una maggiore solidità patrimoniale che ci consentirà di realizzare i nostri programmi di crescita di lungo termine.
Inoltre la Cina è uno dei paesi in cui il settore degli yacht di lusso si sta sviluppando più rapidamente, con un grande potenziale di crescita nei prossimi 5-10 anni”.
Ferretti, una società miliardaria
Dopo dieci anni circa Ferretti torna a Milano con un fatturato 2022 in crescita a oltre 1,03 miliardi di euro e un utile di 60,5 milioni di euro (erano appena 37,3 l’anno prima).
Nel primo trimestre oltretutto il gruppo continua a crescere: fatturato da 280 milioni, 25,9 milioni di utile ante imposte e utile da 18,55 milioni, dati che annualizzati indicherebbero anche nel 2023 una crescita importante.
In termini patrimoniali Ferretti conta a fine marzo un debito finanziario netto di 300 milioni circa a fronte di un patrimonio di oltre 795 milioni.
Ferretti, l’offerta a Milano
FIH, ossia il colosso cinese dei motori Weichai Group, è l’azionista venditore che sta mettendo sul mercato 88.454.818 Azioni cui si potrebbero aggiungere fino a 8.845.482 ulteriori azioni di greenshoe.
Il valore? Sarà fissato dalla domanda e dall’IPO e quindi a breve si dovrebbe sapere.
Orientativamente a Hong Kong il titolo vale 25,6 dollari di Hong Kong e quindi 2,98 euro che per le azioni sul mercato, compresa la greenshoe, potrebbero portare l’offerta a sfiorare i 290 milioni di euro.
Ma si tratta di un calcolo molto approssimativo e saranno gli investitori e l’IPO a decidere.
Ferretti, l'Italia e il lusso
Di certo è un bel ritorno a Piazza Affari, anche se Ferretti in pratica non ha mai abbandonato l’Italia: i centri di produzione sono prevalentemente multibrand e hanno sede a Forlì, Cattolica, Ancona, Mondolfo, Sarnico e La Spezia.
Il gruppo è specializzato negli yacht inboard sopra i 9 metri e controlla circa il 15% del mercato globale.
Infatti Ferretti ha un'importante presenza negli Stati Uniti e in Asia ed opera in oltre 70 Paesi con 55 dealer.
Molti i brand come Riva, Wally, Ferretti Yachts, Pershing, Itama, CRN e Custom Line.
Un ritorno del lusso a Milano che va in controtendenza alla costante fuga da Piazza Affari verso Amsterdam e che darà un impulso finanziario importante a questo settore in Italia.
Naturale infatti pensare anche Prada, altro colosso italiano del lusso quotato a Hong Kong e pronto a tornare in Italia, forse in autunno. Ma anche questa è un’altra storia.