Le prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, previste per novembre, stanno attirando l'attenzione a livello internazionale. Secondo le previsioni del sito FiveThirtyEight, Kamala Harris avrebbe il 56% di probabilità di vincere contro Donald Trump. Tuttavia, ci sono molte incertezze da considerare, tra cui il fatto che le elezioni coinvolgeranno anche entrambe le Camere del Congresso, ma non in tutti gli Stati, e che i Democratici hanno solo una piccola maggioranza al Senato. Questo potrebbe avere ripercussioni sul mercato.
Mercato azionario ed economia
Storicamente, il mercato azionario statunitense tende a performare meglio quando il partito al governo viene riconfermato. Tuttavia, la variabile più importante nel lungo termine è la salute dell'economia, in particolare il contesto macroeconomico e i livelli di inflazione.
È complesso prevedere quanto il futuro presidente sarà in grado di attuare il proprio programma elettorale, dato che avrà bisogno dell'appoggio del Congresso. Inoltre, i mercati tendono a non apprezzare l'ingerenza governativa e le azioni USA hanno avuto performance migliori quando le due Camere del Congresso sono state controllate da partiti diversi, situazione che può portare a uno stallo legislativo.
Harris e Trump hanno posizioni molto diverse su molte questioni economiche. Mentre Harris ha proposto un aumento dell'imposta sugli utili delle imprese, Trump ha promesso di ridurla, una mossa che sarebbe ben accolta dal mercato, dato che tasse più basse sugli utili potrebbero teoricamente portare a guadagni più elevati per gli investitori.
La politica commerciale
Sul fronte della politica commerciale, Trump ha dichiarato di voler aumentare i dazi su beni stranieri. Questa posizione potrebbe portare a un aumento dei prezzi e a una decelerazione della crescita, un risultato che non sarebbe gradito agli investitori. Tuttavia, gli Stati Uniti sono un'economia più chiusa rispetto all'Eurozona e potrebbero essere in grado di resistere meglio all'aumento delle barriere commerciali.
La politica monetaria e la FED
In merito alla politica monetaria, i Repubblicani hanno spesso sostenuto l'idea di dare al presidente il potere di intervenire sulle decisioni di politica monetaria, limitando così l'indipendenza della Federal Reserve. Anche se questa ipotesi è abbastanza remota, potrebbe rendere nervosi gli investitori.
Infine, c'è preoccupazione per la situazione fiscale degli Stati Uniti, che è critica e non dovrebbe migliorare significativamente dopo le elezioni. Entrambi i partiti potrebbero affrontare la questione in modi diversi, con i Repubblicani che propendono per tagli alle tasse e alla spesa pubblica, e i Democratici che optano per un aumento delle tasse e una redistribuzione della ricchezza. Ma in entrambi i casi, il deficit potrebbe aumentare ulteriormente, minando la fiducia dei mercati finanziari.
(Redazione)