L'inflazione di ottobre si è drasticamente ridotta al 1,8%, contrariamente al 5,3% del mese precedente. Tuttavia, non è un vero segnale di una stabilizzazione dell'inflazione, ma un'illusione statistica. Questo perché confronta l'attuale tasso di inflazione con quello dello stesso mese dell'anno scorso, quando l'inflazione era molto alta, quasi al 12%, principalmente a causa dell'aumento dei costi energetici. Anche l'inflazione su base mensile è diminuita dello 0,1%, un dato che non giustifica un calo così significativo dell'inflazione.
Il drastico calo dell'inflazione è principalmente dovuto alla diminuzione dei prezzi dell'energia rispetto all'anno scorso, quando erano aumentati di oltre il 70%. Questo ha portato ad un'inflazione molto più bassa rispetto a quella dell'anno precedente. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, attribuisce il calo dell'inflazione al "carrello tricolore". Tuttavia, questo non è veritiero, poiché il calo è principalmente dovuto ai prezzi dell'energia.
Gli economisti prevedono un nuovo aumento dell'inflazione a novembre, poiché le circostanze che hanno portato al calo dell'inflazione in ottobre non saranno più presenti. Inoltre, il conflitto in Medio Oriente sta causando un aumento del prezzo del petrolio, che potrebbe portare a un'altra fase di aumento dell'inflazione.
I consumi continuano a soffrire a causa dell'inflazione. Le statistiche di Eurostat mostrano una diminuzione dello 0,2% del consumo reale pro capite nel secondo trimestre, seguito da un calo dello 0,5% nel primo trimestre. In Italia, le vendite al dettaglio sono diminuite sia in termini di valore che di volume in agosto rispetto al mese precedente. Nel periodo giugno-agosto, le vendite al dettaglio sono diminuite dell'1,0% in volume. Coldiretti segnala che l'aumento dei prezzi ha ridotto la quantità di prodotti alimentari acquistati dagli italiani del 4,5% nei primi otto mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La crescita del PIL italiano per il 2023 sembra destinata ad arrestarsi al +0,7%, una forte diminuzione rispetto alle previsioni iniziali. L'ISTAT nota una stabilità dell'economia italiana nel terzo trimestre del 2023, dopo un calo nel secondo trimestre. La crescita tendenziale è rimasta stabile, interrompendo una crescita ininterrotta di dieci trimestri. La produzione è diminuita nel settore agricolo, mentre è aumentata nel settore industriale e rimasta stabile nel settore dei servizi. Dal lato della domanda, c'è stato un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta.
(Redazione)