Tutti in attesa di Powell
Investitori ed economisti sono concentrati sull'evento di venerdì prossimo, ovvero l'intervento del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al Jackson Hole Economic Policy Symposium. Si tratta di uno dei più importanti convegni al mondo, si tiene ogni anno nella seconda metà di agosto nel Wyoming ed è organizzato dalla Kansas City Fed.
L'attesa verte sulle indicazioni che Powell potrebbe fornire sulle mosse della banca centrale americana e in particolare sulla tempistica e intensità della manovra accomodante che molto probabilmente inizierà in occasione della riunione del FOMC del 18 settembre.
Mercato in riassestamento dopo la botta di volatilità
Il mercato, dopo il balzo di volatilità di inizio mese che aveva portato i derivati sui tassi a scontare un taglio da 50 bp, si è riassestato verso il basso e ora indicano una probabilità di poco superiore al 70% di una mossa da 25 bp.
Si tratta di una percentuale rassicurante e pertanto gli osservatori si concentreranno soprattutto sulle eventuali tracce che il discorso di Powell sul sentiero delle successive decisioni della Fed. Al momento si prevedono almeno altri due tagli da 25 bp ma con la porta aperta alla possibilità che una delle due rimanenti riunioni FOMC prima della fine dell'anno possa terminare con un maxi-taglio da 50 bp.
Quindi a fine 2024 i tassi sui Fed funds saranno inferiori al target attuale (5,25-5,50%) di 0,75% o 1,00%? Molto dipenderà dall'evoluzione del mercato del lavoro, variabile che ha determinato il panico di inizio mese dopo il dato sui nuovi lavoratori dipendenti inferiore alle attese.
Attenzione quindi alla prossima pubblicazione il 6 settembre con il dato relativo al mese di agosto.
Meno variabili da controllare per la BCE
E in tutto questo la BCE? Lo scenario in cui si muove l'Eurotower è sicuramente molto meno dinamico, principalmente per il fatto che nei compiti istituzionali per essa prefissati non c'è quello di perseguire il massimo livello di occupazione.
A Francoforte devono occuparsi principalmente dell'inflazione. Oggi sono usciti i dati finali di luglio con il tasso annuale a +2,6%, in lieve crescita dal +2,5% di giugno ma in linea con le attese. Un anno fa il dato era a +5,3% e nel 2022 a +8,9%. Notevoli quindi i progressi fatti in questo campo.
Buone indicazioni sono giunte oggi anche dai dati tedeschi sui rinnovi dei contratti collettivi di lavoro.
Nel secondo trimestre 2024 gli aumenti dei salari negoziati si sono attestati a +3,1%, in netta decelerazione dal +6,2% registrato nei primi tre mesi dell'anno: diminuisce il rischio più volte paventato da esponenti della BCE dell'innesco della pericolosa spirale prezzi-salari. I future sull'Euribor a 3 mesi (riferimento per stimare le mosse della BCE) scontano -0,75% entro fine anno.