Il mercato immobiliare italiano ha registrato un calo delle vendite e dei mutui nei primi sei mesi del 2023, secondo l'Osservatorio del Consiglio Nazionale del Notariato. Il calo delle compravendite è stato dell'8,7% e quello dei mutui del 29% circa rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nonostante i dati non coincidano perfettamente con quelli dell'Agenzia delle Entrate, a causa di differenti metodi di conteggio, l'effetto di restringimento del mercato è comunque evidente. Questo calo si confronta con il 2022, anno in cui il mercato immobiliare ha segnato un record storico.
Il calo delle vendite riguarda soprattutto le prime case. Ciò non sorprende, considerando che la maggior parte delle case non agevolate (probabilmente non destinate a un uso continuativo) vengono normalmente pagate in contanti, soprattutto in un periodo di rialzo del costo dei mutui.
Tuttavia, in Italia non manca la liquidità delle famiglie. Secondo l'ultimo bollettino Abi, a settembre i depositi su conto corrente ammontavano a 1.764 miliardi di euro, in leggero calo rispetto alla fine del 2022. Si può supporre che una parte di questa liquidità sia stata investita nel mercato immobiliare.
Nel primo semestre 2023, le compravendite di prime case tra privati sono diminuite dell'11%, mentre quelle di prime case da impresa sono scese del 34% circa. Al contrario, le vendite di seconde case tra privati sono rimaste quasi stabili (-2% circa), mentre le compravendite di seconde case da impresa hanno registrato un calo dell'11%.
Riguardo ai mutui, si è registrato un calo del 26% circa nel primo trimestre e del 32,5% nel secondo. Il capitale erogato è passato da 38,5 a circa 27 miliardi di euro, mentre l'entità del capitale erogato per ogni singola operazione è rimasta pressoché stabile, poco sopra i 170mila euro.
Il 38% circa dei mutui è stato concesso a acquirenti tra i 18 e i 35 anni, gruppo che beneficia delle agevolazioni per i giovani. Tuttavia, i mutui con garanzia pubblica hanno subito una frenata a causa dell'aumento dei tassi di interesse.
Il rapporto prevede per il 2023 un ulteriore calo delle compravendite (-10,5%) e dei mutui (-24% circa). Queste stime potrebbero essere ottimistiche, considerando che non tengono conto dell'aumento dei tassi di interesse da parte della BCE e delle tensioni internazionali. Infine, una parte dei mancati acquisti potrebbe essere dovuta a famiglie che, pur avendo la possibilità di comprare in contanti o di contrarre debiti sostenibili, hanno deciso di aspettare a causa dell'incertezza economica, sperando in una diminuzione dei prezzi.
Tutte le principali città italiane come Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Bari hanno registrato un decremento di compravendite tra il 3.5% e il 12% circa, mentre per ciò che riguarda la richiesta mutui si registra un decremento superiore al 25% in tutte le città citate.
(Redazione)