BTP, Bund e T-Bond Future, le prospettive

20/06/2022 15:10

BTP, Bund e T-Bond Future, le prospettive

BTP future: La BCE ci pone una pezza

Dopo il “panic selling” conseguente alla disattenzione comunicativa della Lagarde, si rassicurano i mercati con comunicazioni anti spread. E così, dopo il climax ribassista, già iniziato la settimana precedente con il gap dell’8 giugno, che ha portato i prezzi al minimo di 113,78 euro nella seduta di martedì 14 giugno, violando il supporto a 117,77, minimo dell’ottobre 2018, vi è stata la buona reazione del mercato che ha ridato ossigeno al bond, chiudendo la settimana a 120,06 euro, di nuovo al di sopra del livello dei 117,77.

Sul grafico settimanale, la candela “hammer” disegnata dalla settimana appena conclusa, ha implicazioni rialziste, con target il gap compreso tra 122,93-126,42 euro.

Un ritest del minimo a 113,78 avrebbe viceversa implicazioni ribassiste. L’alta volatilità legata alla debolezza estrema del mercato obbligazionario rendono possibile ogni scenario.
Si naviga a vista.

Bund future: Consolidamento dopo il sell off

Settimana in chiusura sui livelli del ritracciamento del 50% calcolato dai minimi del 2008, a 144,30 euro. Il tentativo della seduta di giovedì di oltrepassare il livello dei 140 euro è stato rigettato, contribuendo ad identificare nel minimo di tale seduta, 140,67, il supporto da monitorare con attenzione.

In caso di sua violazione, si ribadisce il livello costituito dal ritracciamento di Fibonacci del 61,8%, anch’esso calcolato a partire dai minimi del 2008, in area 136 euro.

I tassi dell’Eurozona sembrano aver trovato un po’ più di stabilità, dopo le dichiarazioni BCE di sollevare lo scudo protettivo sugli spread dei paesi più sensibili, tra i quali il nostro.

Un potenziale rally a confrontarsi nuovamente con il livello di resistenza posto a 147 euro circa, massimi 2012-2013, è possibile, stante la posizione di ipervenduto del titolo sull’indicatore RSI a 14 sedute.

T Bond Continuous: Sell off terminato?

Il mercato sconta nella seduta di lunedì 13 giugno il tanto atteso rialzo dei tassi della Fed.

La violazione del supporto a 134,30 dollari, minimo del 9 maggio scorso, e del lato basso del canale discendente tracciato a partire dal massimo del 9 marzo 2020, porta i prezzi a 131 dollari circa. Una lieve reazione tra giovedì e venerdì, con una chiusura settimanale a 134,21 dollari, riporta il grafico sullo stesso livello del supporto appena violato.

La candela “hammer” sul grafico settimanale implica una evoluzione in chiave rialzista, con un test decisivo della resistenza a 138,09 dollari, identificata con il massimo della seduta del 10 giugno, una barra negativa “outside day” e quindi dotata di forte significatività tecnica.

Un test del supporto a 131 dollari, viceversa, costituirebbe un momentaneo segnale di debolezza.

La sua violazione implicherebbe un target ribassista a 127 dollari, minimo del 2013. Anche in questo caso, difficile fare i conti con una simile volatilità e con lo spauracchio del QT che sembra passare inosservato, ma potrebbe costituire il vero “cigno nero”.

 

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